PESCARA - E’ stata assolta con formula piena Rosa Giammarco, già Responsabile dell’Agenzia di Promozione Culturale della Regione Abruzzo, che era finita sotto processo nell’ambito dell’inchiesta “Il Vate”, vicenda che risale al 2013 e portò agli arresti domiciliari l’ex assessore regionale alla cultura Luigi De Fanis. Il tribunale collegiale di Pescara, presieduto da Maria Michela Di Fine, si e’ ritirato in camera di consiglio e intorno alle 16 il giudice ha letto la sentenza di primo grado. Per Rosa Giammarco il procuratore aggiunto aveva chiesto l’assoluzione dalle accuse di concussione e abuso e la condanna di tre anni e nove mesi per gli altri reati a lei contestati. “Ci sono voluti cinque lunghi anni ma alla fine la verità è venuta a galla anche se, per quanto mi riguarda, sono convinta che si poteva rintracciare sin dai primi passaggi”- ha commentato la Giammarco subito dopo la lettura della sentenza. Dura condanna per l’ex assessore regionale alla cultura Luigi De Finis. Sei anni e dieci mesi di reclusione più una provvisionale di 20 mila euro. Il Pm aveva chiesto otto anni al giudice. De Fanis e’ stato anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Nello specifico, il Tribunale collegiale, pha condannato l’ex assessore De Fanis per concussione, induzione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilita’ peculato, truffa e falsita’ materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Prosciolti con formula piena anche l’imprenditore Antonio Di Domenica e Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico. Per lui il procuratore aggiunto aveva chiesto l’assoluzione dall’accusa di concussione e la condanna per le restanti accuse. L’inchiesta prese il via dalla denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti. Sotto la lente dei magistrati sono finite le modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73, che disciplina l’ organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni ed altre manifestazioni culturali. Le accuse, a vario titolo, erano di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, truffa, peculato, abuso, falso e corruzione.
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