PACENTRO – Un monito alla fratellanza ma anche all’unione dei popoli perché la diversità di culture e tradizioni è da valorizzare e non da temere. Questo il senso del Presepe Vivente di Pacentro che taglia il traguardo dei venti anni di vita e ed arriva alla cosiddetta cifra tonda. Una rappresentazione della Natività che è stata dedicata quest’anno alla prossimità e ai valori dell’accoglienza.
“Questo cammino ci deve insegnare a non essere indifferenti ma sempre pronti e disponibili ad accogliere gli altri”- ha rimarcato il sindaco Guido Angelilli al termine del lungo cammino che è partito da piazza Umberto I per poi transitare per via del Colle e approdare nel Castello Caldoresco dove è stata allestita la grotta della natività.
A impersonare il Bambinello quest’anno è stata Maya, una bambina. Ma come ogni anno alla rappresentazione del Presepe Vivente, organizzata dalla Pro Loco, si unisce alla riscoperta della storia e della tradizione di Pacentro. Un binomio oramai consolidato. Si va dalle botteghe della sarta, dell’intagliatore, del fabbro, dei “mammuccije” (statuine del presepe) alle locande nelle quali si sono potuti degustare prodotti castagne, dolci, pizze, gnocchi. Un percorso suggestivo tra le zone più antiche e rievocative del borgo fra bagno di folla e tanto entusiasmo.
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