Dopo il saluto del parroco don Domenico Villani è seguito l’intervento del professore Franco Cavallone, quello di Domenico Taglieri, del vescovo Spina e infine dell’autore del libro il dottor Ezio Mattiocco.
Una bella serata all’insegna della cultura e alla riscoperta del santo Patrono di Sulmona e della Diocesi, attraverso la presentazione delle tante raffigurazioni del santo nel corso dei secoli.
Di seguito viene riportato l’intervento del vescovo Spina:
“E’ con vivo piacere che presento l’opera del dottor Ezio Mattiocco: “Iconografia di un santo. Panfilo, vescovo e confessore”. Da tempo l’ho sollecitato perché questo volume venisse alla luce, avvalorato dalla sua passione per la città di Sulmona, per la nostra Terra, per l’alta competenza di ricercatore e di storico, dal fermo rigore scientifico.
Sin dalle prime battute, l’Autore fa subito capire che bisogna sfoltire tante cose sulla vita del santo che si sono tramandate nel corso dei secoli e che non hanno fondamento storico ma leggendario. Riporta in modo puntuale le fonti documentarie, riuscendo a smascherate tanti luoghi comuni.
La sua è un’opera originale, perché non si ferma alle vicende storiche di S. Panfilo ma, con pazienza e scrupolosità, va a ricercare la ricca produzione figurativa del Santo disseminata nei secoli e nei diversi luoghi. Appare così l’evolversi della tradizione visiva con interpretazioni iconologico-stilistiche adeguate ai tempi, ai luoghi e agli artisti coinvolti nella diffusione di un linguaggio religioso di vasta risonanza.
Le belle immagini pubblicate, che hanno richiesto una pazienza certosina per averle, fotografarle e pubblicarle, mostrano in modo inequivocabile la devozione a S. Panfilo lungo il corso dei secoli e in vari luoghi, anche fuori Italia. Dal punto di vista stilistico le tante opere: tele, affreschi, dipinti, sculture, ecc., documentano il fervore religioso che nei secoli ha reso vivo l’estro creativo figurativo. Dalle foto si coglie anche l’ “inedito” o il “poco noto” che caratterizza il santo, così come visto dalla parte degli artisti.
L’iconografia ci dà l’aspetto figurativo di S. Panfilo, ma chi è questo santo il cui nome ha origine greca e significa “amico di tutti”, “colui che ama tutti”?
E’ un santo che ha confessato la bellezza nel seguire il Signore Gesù là dove veniva chiamato a dare testimonianza del suo essere cristiano. L’Autore del libro annota: “A dargli la santità non furono azioni eroiche, eccezionali circostanze, ma solo una vita integerrima, tutta dedita alla preghiera, alla carità e alle opere di misericordia”. Se guardiamo alla storia della Chiesa, vediamo che è ricca di figure di santi e di beati che, partendo da un cammino di fede, da un intenso e costante dialogo con Dio, hanno dato testimonianza di vita evangelica.
Quante cose nella storia passano velocemente. La santità, invece, non perde mai la propria forza attrattiva, non cade nell’oblio, non passa mai di moda, anzi, col trascorrere del tempo risplende con maggiore luminosità, esprimendo la perenne tensione dell’uomo verso Dio.
In una società, che sembra aver smarrito le certezze essenziali della vita, Cristo e i suoi santi costituiscono ancora l’unico luminosissimo faro per orientare al bene le esistenze e i comportamenti.