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domenica 23 luglio 2017

UIL PA POLIZIA PENITENZIARIA: "COSIMO AQUARO:IDENTIKIT DI UN EROE"

SULMONA - "Probabilmente il nome Aquaro dai sulmonesi sarà  ricordato più per il ruolo che ricopre vestendo i paramenti di maestro di corteo del sestiere filiamabili o quelli dell'arciconfraternita della Santissima Trinità che  i panni di Eroe.Eppure oggi Cosimo Aquaro, assistente capo di Polizia penitenziaria di stanza al carcere di massima sicurezza di via Lamaccio, potrà vantare di indossare anche queste di vesti"- afferma Mauro Nardella segretario generale territoriale Uil PA Polizia penitenziaria- "È  lui, infatti ,colui il quale ha salvato da ben più  gravi conseguenze  il medico aggredito l'altro giorno da un detenuto della mafia pugliese nel carcere peligno - precisa Nardella.
"A lui si devono i ringraziamenti per essere riuscito ad evitare il peggio intervenendo prontamente, senza pensarci due volte e mettendo in serio pericolo la sua incolumità, per frenare i violenti  impulsi di un detenuto che, evidentemente, non revisionando con l'autocritica che si richiede in questi casi la sua indole criminale, ha voluto chiaramente far capire che il combinato disposto  evidenziato dall'articolo 27 della Costituzione e dall'art.  1 dall'ordinamento penitenziario in merito al recupero sociologico del recluso non sempre trova il giusto fondamento nel sistema penitenziario italiano - specifica il sindacalista .In tutti i modi Cosimo Aquaro è solo uno dei tanti eroi facenti parte della polizia penitenziaria che quotidianamente si confrontano con la violenza messa in atto da detenuti che di guarire dal male non ne vogliono proprio sapere.Sono centinaia i colleghi di polizia penitenziari ogni anno oggetto di aggressioni molti dei quali costretti, così come avvenuto per il sovrintendente di polizia penitenziaria di Pescara al quale gli è stata praticamente spappolata una mandibola 4 mesi da da un detenuto ex pugile, a lunghi periodi di malattia.Ora dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria ci aspettiamo un giusto riconoscimento per Cosimo non fosse altro perché,all'età di 54 anni e con oltre 30 anni di carcere alle spalle, anziché vivere una condizione più agiata si ritrova ancora in prima fila a mettere in discussione la sua vita".

Uil PA Polizia penitenziaria