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sabato 19 marzo 2016

"PER UN CONFETTO (E NON SOLO) BUONO, PULITO E GIUSTO" UNA RIFLESSIONE SUL CONCETTO DI QUALITÀ

SULMONA - "Non sono ancora sopiti gli echi e le ralative alzate di scudi in difesa del Confetto di Sulmona come conseguenza del blitz dei NAS dei Carabinieri in una fabbrica locale di questi straordinari prodotti della tradizione. La cittadina appare scossa come quando le certezze, poche per la verità, ci vengono spazzate via in un attimo. Mal comune mezzo gaudio! recita il detto famoso. In questi giorni, un’altra città, ben più grande e famosa della nostra,
è scossa da polemiche e riflessioni sul cibo, su chi chi lo produce e su chi lo trasforma. A Firenze, l’Ammonistrazione Comunale ha appena deliberato un atto che vieta l’apertura nel centro cittadino di nuove attività di ristorazione che non garantiscono la provenienza locale o, quantomeno regionale, di almeno il 70% delle materie prime impiagate in cucina. Non poco…L’intento, ovviamente, è quello di tutelare l’immagine della città e del territorio che essa rappresenta. La cucina quindi diviene lo strumento per affermare e ribadire l’identità fiorentina e toscana ed il primato nella storia, nella cultura e nell’arte.Firenze è certamernte tra le destinazioni maggiormente visitate in Italia e nel mondo. La Toscana è presa ad esempio per aver attuato un progetto virtuoso di marketing territoriale che per primo ha saputo fondere paesaggio, storia, borghi medievali, tradizioni e cultura del cibo.
Il Sindaco di quella città ha quindi ritenuto di difendere tale identità evitando il proliferare dei locali in cui questo progetto non non può essere rispettato o, peggio, confuso con altro.
In verità, anche a Sulmona, la Condotta Peligna di Slow Food, già dallo scorso dicembre, persegue il progetto del “Circuito dei Ristoranti della Tradizione Gastronomica del Centro Abruzzo”. Si tratta, in breve, di valorizzare e promuovere quei ristoranti che lavorano concretamente con e per il territorio attraverso una rete di produttori locali loro fornitori. Sono questi ultimi infatti che garantiscono la qualità dei piatti dei ristoranti mentre i cuochi, attraverso le loro creazioni, sono dei veri e propri ambasciatori del territorio.Gli accadimenti degli ultimi giorni però inducono ad una riflessione seria sul mondo della produzione agroalimentare che, siamo certi, essere di qualità.
Slow Food, e con esso la Condotta Peligna che ne è espressione territoriale, si batte per un cibo “Buono, Pulito e Giusto”. Noi consumatori abbiamo il diritto ad accedere ad un cibo Buono, con caratteristiche organolettiche ottimali. E questo, indipendentemente dalla provenienza, sia esso acquistato direttamente in azienda, al mercato oppure al tavolo di un ristorante.
Abbiamo anche diritto e dobbiamo pretendere un cibo Pulito, che non sia inquinato da prodotti chimici nocivi, che sia ottenuto in maniera etica, ivi compreso il benessere degli animali, che rispetti l’ambiente ed i ritmi naturali e, soprattutto, che non sia il risultato di comportamenti illeciti.
E’ questo è proprio il punto di discussione sul Confetto di Sulmona. Qualcuno infanga il lavoro serio ed onesto dei produttori del nostro simbolo identitario.
E’ necessario invece che tutti, a partire dai produttori stipulino un “patto di onorabilità” e di reciproca onestà per fugare qualsiasi dubbio, agendo in maniera etica e trasparente. Le regole, i disciplinari spesso vengono realizzati quando ormai “gli animali sono fuggiti” o quando manca il rispetto reciproco tra gli stessi produttori o nei confronti dei consumatori. Addirittura per mere oeprazioni commerciali. Senza dubbio, le certificazioni arriveranno, anche presto, ma serviranno a poco se non ci sarà autodisciplina ed etica del lavoro.Altrettanto, sarà difficile attribuire il Giusto prezzo ed il Giusto riconoscimento al lavoro svolto in campagna come in un qualsiasi laboratorio di trasformazione agroalimentare.Il consumatore deve essere in grado di percepire questi processi, possibilmente virtuosi. Solo così diviene consapevole e può trasformarsi in un nuovo soggetto per il quale il consumo è parte integrante dell’atto produttivo. Finalmente, il consumatore portà diventare co-produttore. Lo sforzo dovrà quindi essere comune e ciascuno dovrà praticare e diffondere un nuovo concetto di qualità alimentare, inteso anche come impegno per un futuro migliore.
La qualità Buona, Pulita e Giusta è un atto di civiltà e uno strumento per migliorare l’attuale sistema alimentare in cui tutti possono contribuire con le proprie scelte ed i propri comportamernti individuali".

Condotta Peligna – Fiduciario Dr. Giorgio Davini