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SULMONA - Rompe il silenzio Giuseppe Ranalli, sindaco di Sulmona, e lo fa da ex, parlando di mancate responsabilità. "Nonostante lo sforzo fatto di apertura per la realizzazione di una giunta dall'alto profilo tecnico - ha precisato - ci sono stati troppi veti da una parte politica che aveva tutt'altro scopo. Stiamo assistendo al quinto commissariamento - ha aggiunto - un momento brutto per Sulmona viste le diverse situazioni in ballo".
Aveva provato a ricucire i rapporti ma mentre da una parte gli venivano date delle garanzie dall'altra si lavorava su un altro fronte. È stato "silurato" dai componenti del suo stesso partito. A dargli il ben servito il capogruppo del Pd in consiglio, Alessio Di Masci e il segretario del circolo sulmonese, Fabio Ranalli. I due nomi che mancavano alla lista di chi, aveva già optato per la sua sorte. "Nel mio progetto - conclude - ho provato a dare fiducia ai giovani che, però, alla fine si sono abbassati nuovamente alle vecchie logiche politiche. Quello che è successo è gravissimo perché mi hanno tradito i miei". Non ha lesinato una "bacchettata" anche all'assessore regionale, Andrea Gerosolimo che sarebbe venuto meno ad un accordo preso per evitare il commissariamento. Adesso si attende il decreto del presidente della Repubblica e, poi, si capirà se si potrà tornare ad elezioni nella prossima primavera. Ranalli deciderà se ricandidarsi ma lo farà soltanto dopo aver ascoltato i suoi fedelissimi e il coordinamento regionale dei dem.
Barbara Delle Monache
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