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martedì 9 febbraio 2016

DIECI GIORNI DI CRISI SENZA USCITA

SULMONA - Dimissioni pronte, accordi fatti e dopo qualche ora tutto da rivedere. Tutto da ritoccare. Dieci giorni di crisi amministrativa e le cose non cambiano. La città si sveglia ogni mattina in un frastuono per, poi, ripiombare nel silenzio più profondo. Strategia politica? Sembra proprio di no. Nulla di quello che sta accadendo ha a che fare con la politica di un tempo. Ci si basa sul dilettantismo coinvolgendo persone che non fanno parte degli schieramenti di appartenenza.
Ma forse in questo paese, l'Italia, tutto è diventato moda. E se a Roma il governo è quello delle grandi intese perché non potrebbe funzionare anche a Sulmona? Queste saranno le domande che si sta ponendo il sindaco, Giuseppe Ranalli, in queste ultime ore visto che sta cercando di coinvolgere più persone possibili per ricompattare il governo cittadino. Tanti i nomi del centrodestra che certo non hanno disdegnato il "si" al primo cittadino. Una corsa alla poltrona, al potere temporaneo che di fatto sta distruggendo anche i pochi pilastri rimasti. La giunta potrebbe essere pronta da un momento all'altro ma gli assi sono difficili da assemblare. Se questa mattina si parlava di Lorenzo Guerra e di Antonio Giovannucci nel pomeriggio tutto è stato rimescolato. Adesso sulla scaletta ci sarebbero altri nomi e tra questi rimarrebbe al primo posto quello di Pino Mauro, economista pescarese. Insomma, come dire se si esce fuori dai confini territoriali per una giunta tecnica di lato profilo significa proprio che questa città non ha più nulla da offrire secondo la politica. Secondo i cittadini, invece, servirebbe uno scossone serio con gente capace senza "etichette" generazionali. Soltanto in questo modo si potrebbe sperare in una rinascita. Ma chissà se si è pronti davvero.

Barbara Delle Monache