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mercoledì 27 gennaio 2016

I COMITATI INVITANO IL “TAVOLO DI CRISI” AD ASSUMERE INIZIATIVE SULLA QUESTIONE SNAM

SULMONA - Una rappresentanza dei Comitati cittadini per l’ambiente è intervenuta in apertura dei lavori del “Tavolo di crisi della Valle Peligna” svoltisi lunedì scorso presso la sede della Confesercenti. A nome dei Comitati, Mario Pizzola, ha fatto il punto della situazione del progetto Snam ed ha auspicato che le associazioni imprenditoriali e di categoria, che hanno dato vita al “Tavolo”,
assumano iniziative volte a contrastare la decisione, preannunciata dal Governo, di voler autorizzare l’opera.  Nell’occasione i Comitati hanno anche consegnato ai vari componenti del “Tavolo” un documento con cui si mettono in evidenza soprattutto i danni economici che verrebbero arrecati al nostro territorio dalla centrale e dal metanodotto Snam. Nel documento si sottolinea che l’opera non porterebbe alcun beneficio né economico né occupazionale; di contro i danni sarebbero consistenti :  tra essi la sottrazione di 12 ettari di terreno agricolo per la costruzione della centrale, che peraltro verrebbe insediata in una zona di rilevante interesse archeologico, all’ingresso del Parco nazionale della Majella e nei pressi di Pacentro, uno dei Borghi più belli d’Italia. Tutto ciò comporterebbe una pesante ricaduta negativa sul turismo.  Inoltre, le sostanze inquinanti emesse dalla centrale, oltre a danneggiare la salute pubblica, finirebbero nella catena alimentare mettendo a rischio produzioni tipiche come l’aglio rosso, la zootecnia, l’apicoltura e la trasformazione dei nostri prodotti (in particolare caseifici).
"La posa in opera del metanodotto, oltre al taglio delle proprietà agricole e alla manomissione dei sistemi di irrigazione, comporterebbe la perdita netta di decine di ettari a causa delle servitù di passaggio (40 metri, 20 per lato) che non consentirebbero più coltivazioni di pregio quali uliveti, frutteti e vigneti.
L’infrastruttura, inoltre, limiterebbe le scelte urbanistiche dei Comuni, impedendo la destinazione dei terreni per opere pubbliche o insediamenti produttivi  e provocherebbe una sicura perdita di valore dei beni immobiliari (terreni e abitazioni) situati in prossimità della centrale e lungo il tracciato del metanodotto.
Nel documento i Comitati ricordano che nella battaglia delle popolazioni costiere contro le trivellazioni in Adriatico (progetto Ombrina), un ruolo di primo piano lo hanno avuto  ed hanno, proprio le categorie imprenditoriali e produttive. Pertanto – concludono i  Comitati – auspichiamo che tale ruolo venga esplicato anche a difesa dei diritti del nostro territorio, che ha peculiarità, risorse e ragioni non meno importanti di altre aree dell’Abruzzo per lottare in difesa dei propri diritti e per costruire con le proprie mani un futuro che sia frutto delle nostre scelte e non l’esito nefasto di decisioni imposte dall’alto".

                                                      
Comitati cittadini per l’ambiente