SULMONA - "La revisione delle sole Norme Tecniche di Attuazione (NTA), così come sono state pensate e presentate da questa Amministrazione, in continuità con quella precedente di centro-destra e che oggi il consiglio discute in una delle sue fasi finali, rappresentano uno strumento che fornisce una risposta monca e dequalificata ai bisogni reali della città in quanto il vero strumento progettuale è invece il PRG che contiene in sé le NTA che ne costituiscono parte integrante.
Inoltre le NTA non hanno nesso propedeutico con nessun altro strumento pianificatorio in atto o programmato da questa amministrazione (Programmi Complessi e nuovo PRG). Non rappresentano nessuna ripresa economica perché di fatto non generano nessun processo virtuoso sul mercato edilizio, riducendo i benefici a situazioni particolari e fornendo risposte singole a bisogni individuali. Nelle norme non abbiamo trovato nessun passaggio dove si palesasse un effettivo interesse collettivo. La nostra critica è nel metodo perché già da due anni si sarebbe potuto iniziare una discussione sul nuovo PRG, strumento complessivo di pianificazione, e nel merito perché la fase transitoria che queste NTA dovrebbero governare non si occupa dell’effettivo interesse collettivo e CONTEMPORANEO della città. Per contemporaneo indichiamo un’attualità che tenga conto di quanto è successo dal 2006 ad oggi e che avrebbe dovuto, in qualche modo, cambiare le priorità, spostando per esempio l’attenzione dall’altezza massima dei 2,60 m (furbata di maniera per non calcolare la superficie utile) alla sicurezza degli edifici esistenti, alla loro vulnerabilità, al bisogno di sicurezza del patrimonio edilizio esistente, alla salvaguardia della storia e dell’identità della comunità intera di Sulmona. La verità forse è che non avendo la capacità e la coesione politica necessaria ad intraprendere un percorso complesso come quello di un PRG, ci si accontenti di portare in consiglio comunale la variante alle norme tecniche che di fatto diventeranno l’unico monco e dequalificato strumento pianificatorio in dotazione di questo comune che comunque genererà una superficiale e incosciente trasformazione delle forme urbane e rurali non preoccupandosi della loro qualità. Riflessioni queste che attengono al valore della bellezza che, evidentemente, non rientrano tra gli obiettivi che l’amministrazione vuole perseguire".
SULMONA BENE in COMUNE