SULMONA - Il consigliere regionale Andrea Gerosolimo, capogruppo di Abruzzo Civico, in merito alla paventata chiusura del punto nascite dell'ospedale di Sulmona scrive una lettera al Presidente della Giunta Regionale Luciano D’Alfonso." Caro Presidente, in quanto rappresentante presso l’assise regionale di questo lembo di territorio dell’Abruzzo interno, avverto il dovere morale e politico di prospettarTi la assoluta esigenza di desistere rispetto alla decisione di procedere alla chiusura del punto nascite dell’ospedale di Sulmona.La garbata ma ferma richiesta trova essenziale fondamento nella considerazione che la scelta mirata alla riorganizzazione delle unità operative di ostetricia comprimerebbe in modo tangibile il diritto alla salute costituzionalmente sancito.
Inoltre, sul piano della specificità di questo territorio, mi corre l’obbligo si sottoporre alla Tua cortese attenzione la condizione di estrema precarietà del tessuto socio-economico del Centro Abruzzo.
La chiusura del punto nascite, così come ogni altra eventuale scelta di ridimensionamento del presidio ospedaliero, sarebbe letta come una ulteriore penalizzazione a detrimento di questa comunità.
La scelta di sopprimere i punti nascita, fondata esclusivamente su un arido dato aritmetico, non tiene in alcuna considerazione la specificità di questo territorio ed ignora le difficoltà che incontrano, anche nella tutela della salute, le popolazioni interessate, in taluni casi disseminate su un territorio disagevole e fortemente eterogeneo, caratterizzato da asperità montane.
Il nosocomio sulmonese ha da sempre rappresentato un punto di riferimento per i problemi di salute di un territorio articolato e disomogeneo, quello della Valle Peligna, Alto Sangro e Valle Subequana, che tradizionalmente gravita attorno alla Città di Sulmona .
La sommatoria delle superfici di queste aree, quasi 1.800 kmq, rappresenta oltre un terzo del territorio della Provincia dell’Aquila ed un sesto dell’intera Regione Abruzzo e la popolazione, di circa 80.000 abitanti, corrisponde ad un quarto di quella complessiva del distretto aquilano.
Peraltro, le condizioni inferiori, dal punto di vista numerico, del punto nascite dell’ospedale di Sulmona devono essere unicamente addebitate alle pesanti discriminazioni e alle scellerate scelte che una classe politica miope e famelica ha perpetrato, negli anni passati, ai danni delle strutture sanitarie della mia Città.
“Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi”, diceva Don Lorenzo Milani e alla tua sensibilità di cattolico democratico impegnato in politica non dovrebbe sfuggire l’accezione semantica sostanziale di questo fondamentale insegnamento: trattare in modo eguale condizioni oggettivamente diseguali non può essere considerato fonte di giustizia ma, al contrario, ingenera un fattore di evidente ingiustizia.
La diversità di questa parte del territorio rispetto alla generalità del contesto regionale non sfugge alla tua acuta analisi politica: la Valle Peligna versa da anni in condizioni di estremo disagio sotto il profilo socio economico e tutti gli indicatori convergono, inequivocabilmente, nell’ individuarla come l’anello debole del virtuoso processo di sviluppo della Regione Abruzzo.
Non dobbiamo consentire che si continuino a perpetuare scelte penalizzanti e mortificanti per questo territorio.
(L’Ospedale della SS. Annunziata è inscindibilmente legato alla plurisecolare storia di Sulmona; le sue origini risalgono al 1320, allorquando una confraternita laicale, denominata della “penitenza”, decise di istituire un ospedale per gli infermi poveri.
Grazie al concorso dei fedeli ,e ciò la dice lunga sulle tradizioni di sensibilità solidale e caritatevole di questa terra, e in virtù di concessioni e privilegi dei regnanti, il pio luogo della SS Annunziata pervenne a tanta floridezza da essere considerato tra le più ricche istituzioni di beneficenza del Regno, dopo quelle dell’Annunziata di Napoli e di Aversa.
Grazie al proprio ospedale, la gente di Sulmona riuscì a lenire e curare, per quanto possibile, le ferite determinate dalle devastanti incursioni aeree dell’ultimo evento bellico.)
Comprenderai, caro Presidente, che, per le ragioni che Ti sono andato esponendo con questa missiva, sento il peso di una grave responsabilità: non posso consentire, con la mia acquiescenza, che venga inferto un colpo decisivo alla dignità e alle ragioni di essere della comunità che ho l’onore di rappresentare nel massimo organismo regionale anche attraverso il ruolo di capogruppo all’interno della maggioranza che Ti sostiene. Non posso dunque tollerare che la luminosa e millenaria tradizione di una nobile Città venga cancellata da un atto amministrativo in virtù del quale le future generazioni di questo popolo si vedranno inibite dell’orgoglio e del vanto, che furono propri del sommo poeta Ovidio, di essere nate a Sulmona.
Sono certo che queste mie considerazioni riusciranno ad insinuarsi nella Tua acuta riflessione, nella Tua intelligenza e nella tua sensibilità e confido che la Tua coscienza di cristiano saprà orientarti verso soluzioni sagge e giuste.
Dopo il finanziamento erogato per i lavori di recupero e completamento dell'Abbazia Celestiniana, primo atto concreto di risposta alle esigenze del nostro territorio, mi auguro che questa lettera possa avere un effettivo riscontro, in modo da dare un altro segnale tangibile alle istanze della comunità delle aree interne.
Con l’amicizia e la stima di sempre
Il Capogruppo di Abruzzo Civico
Andrea Gerosolimo
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