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lunedì 5 maggio 2014

"MADONNA DELLA LIBERA"SI E' RIPETUTA LA SOLENNE PROCESSIONE

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PRATOLA - Si è svolta ieri come da tradizione la solenne  processione della "Madonna della Libera".Il lungo corteo è partito dal Santuario ed ha attraversato le vie principali del paese colmo di fedeli giunti da tutto l'Abruzzo e non solo.Alla processione infatti ha preso parte anche una delegazione del Venezuela.Erano presenti il parroco Don Renato Frappi, il Sindaco Antonio De Crescentiis, la vice presidente della Provincia Antonella Di Nino, il Sindaco di Lanciano Mario Pupillo, il Sindaco di Sulmona Peppino Ranalli,  il Sindaco di Assisi  Claudio Ricci , il Sindaco di Bugnara Giuseppe Lo Stracco, il Sindaco di Anversa Degli Abruzzi Gianni Gabrielli, il Consigliere Provinciale Enio Mastrangioli e le autorità militari.
Quest'anno in occasione dei festeggiamenti della Madonna della Libera era presente alla cerimonia una delegazione gianta appositamente da Assisi per ricordare la figura di Barbara Micarelli,  suor Maria Giuseppa, che realizzo il primo "manto" per la statua della Madonna della Libera di Pratola Peligna, attualmente custodito in una teca all'interno del Santuario.Barbara Micarelli (foto) nasce a Sulmona il 3 dicembre 1845 da Bernardino Micarelli e Celestina Santini; penultima di sette
figli. È battezzata nello stesso giorno, nella cattedrale "San Panfilo" di Sulmona. Sotto la guida prudente e forte di P. Eusebio da Pratola, seguita dall'occhio vigile e dal consiglio saggio dell'Arcivescovo di L'Aquila, mons. Luigi Filippi, inizia il suo nuovo cammino per rispondere all'Amore che la chiama ad essere sua messaggera e a collaborare per la edificazione del suo Regno nel mondo.Venne accolta dalle Suore Francescane del Giglio in Assisi dove rimane fino alla sua morte, il 19 aprile 1909: la sua salma è tumulata nel cimitero di Assisi.




l'uscita della Madonna della Libera dal Santuario



IL CULTO DELLA MADONNA DELLA LIBERA
Secondo la leggenda, durante la terribile peste del 1456, un contadino sognò la Madonna liberatrice, che gli annunciò la fine dell’epidemia. Svegliatosi l’uomo scorse tra le macerie della chiesetta dove si era rifugiato un quadro raffigurante la Vergine ed esclamò: “Madonna, liberaci!”. Dopo la fine dell'epidemia il quadro, trasportato al paese, venne posto all’interno di una nuova chiesa appositamente costruita e divenne oggetto di particolare venerazione.
La festa si celebra ogni anno la prima domenica di maggio e l'organizzazione è affidata ad un "comitato di laici", rinnovato ogni anno, all'interno del quale figure importanti sono il presidente e la "mastra", a cui è affidata la guida delle "cercatrici", con il compito della raccolta delle offerte.

I festeggiamenti iniziano il venerdì precedente, con l'arrivo della "compagnia di Gioia dei Marsi", un gruppo che compie a piedi il pellegrinaggio tra i due paesi attraverso sentieri e valichi montani; all'entrata del santuario viene compiuto il rito dello "strascino" ossia il percorso fino all'altare maggiore in ginocchio. Il sabato avviene l'esposizione della Madonna, la cui statua collocata dentro il tempietto dell'altare viene fatta avanzare meccanicamente verso la navata centrale.
Il fine settimana seguente si tiene ancora l'"Ottavario", dove si svolgono anche festeggiamenti civili e ludici.