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lunedì 17 marzo 2014

POLIZIA PENITENZIARIA, SIT-IN DI PROTESTA DAVANTI IL CARCERE DI VIA LAMACCIO

(video)
SULMONA - Erano dinanzi i cancelli del carcere di Sulmona, questa mattina i poliziotti penitenziari del carcere per un sit in di protesta per i noti problemi riguardanti il penitenziario sulmonese.A gran voce chiedono un intervento immediato del ministero altrimenti riproporranno la protesta anche l'11 aprile prossimo, in concomitanza con un convegno che si svolgerà nel carcere sulmonese con la presenza delle autorità ministeriali.
Le OO.SS unitarie CGILFP   CISL, UILpenitenziari, SAPPE, OSAPP, UGL, SINAPPE e CNPP del comparto polizia penitenziaria questa mattina hanno protestato senza le solite sigle sindacali e nessuna bandiera, ma solo un unico striscione della Polizia Penitenziaria di Sulmona, per dimostrare l'unità di intenti su questo spinoso argomento.La situazione del carcere sulmonese e drammatica sulla oramai nota carenza strutturale ed organica del
penitenziario peligno oltre che sul sovraffollamento che lo caratterizza in negativo.I poliziotti sono usciti dai cancelli del carcere ovidiano per una protesta con un sit in al quale molti agenti pur essendo esasperati non hanno potuto partecipare perchè in servizio, ma hanno fatto sentire  ugualmente la loro rabbia attraverso i loro colleghi.La richiesta resta inalterata:
⦁    30 agenti subito attraverso l'emanazione di un interpello nazionale per alleviare l'emergenza   e revisione della discussa pianta organica di cui al decreto ministeriale del 2013 (256 unità previste)  riportandola a quella del 2001(328 unità necessarie);
⦁    automazione ed implementazione nuovi sistemi di allarme;
⦁    pagamento regolare delle ore di straordinario evitando dannosi accantonamenti.
"Siamo decisi ad andare avanti siamo tutti una famiglia"ha detto Andreano Picini dell'UGL."Diciamo basta all'inerzia da parte di chi dovrebbe fare il suo lavoro che è quello di recepire le nostre doglianze e farle proprie con degli atti concreti per la soluzione delle problematiche che ci affliggono"ha detto Mauro Nardella della Uil Penitenziari."Ovviamente ci saranno ulteriori manifestazioni, perché neanche a farlo a posta oggi iniziano i lavori del nuovo padiglione che ospiterà nel prossimo futuro 250 nuovi detenuti.L'istituto sulmonese si amplierà ulteriormente e purtroppo ad oggi rispetto alla pianta organica del 2001 abbiamo la carenza di personale di circa 90 unità.Oggi ne siamo 240 e
pertanto con i nuovi lavori i futuri ospiti, la situazione sotto il punto di vista della sicurezza sarà ancora più difficoltosa"ha ricordato Tonino Colella del Sappe."Noi non siamo contrari al nuovo
Mauro Nardella Uil Penitenziari
Franco Cautela
padiglione, anche perché questo potrebbe rappresentare una "manna"per l'economia della valle peligna.Noi non ci opporremo, ma siamo esausti.Abbiamo un'età media superiore ai 45 anni, le incombenze sono aumentate, la tipologia dei soggetti è stata cambiata e la situazione ora non puo' essere piu' gestibile"ha detto Antonio Latini dell'Osapp.A margine della manifestazione c'è stata anche una protesta di Franco Cautela, un imprenditore che si occupa della conduzione dell'impianto di riscaldamento all'interno del carcere di via Lamaccio che lamenta il mancato pagamento da parte del ministero delle sue spettanze."Avevo pensato di protestare spegnendo tutto l'impianto, ma correvo il rischio di essere cacciato"ha detto Cautela."Sono 12 mesi che vengo a lavorare senza un euro, non so piu' cosa fare"ha sottolineato Cautela.

NOTA DEL CARTELLO DEI SINDACATI UNITI
Oggi dinanzi i cancelli del carcere di Sulmona è stata scritta una pagina storica per il personale ivi in servizio. L'utopia di vedere tutti i sindacati di categoria compatti e riuniti in un unico cartello unitario è stata sbriciolata da una unità di intenti che non ha precedenti nella storia della Polizia Penitenziaria. Per tale motivo la manifestazione è avvenuta senza nessun tipo di vessillo sindacale.
 A rendere ancor più esaltante una giornata, che resterà impressa nella nostra mente come indimenticabile opportunità di fraterna collaborazione, ci hanno pensato esponenti della Camera Penale di Sulmona e dell'Osservatorio sull'Esecuzione Penale( ringraziamo per questo gli avvocati Uberto di Pillo, Elisabetta Bianchi e Cinzia Simonetti). Essi si sono uniti alla nostra “battaglia” con l'intenzione, maturata sul campo, di proseguire in un cammino comune e che vedrà le vertenze  riunite in un'unica di natura  tribunal-penitenziario derivante dalla necessità di unire i problemi carcerari con quelli strettamente legati alla paventata chiusura del tribunale cosa che, se avvenisse, renderebbe ancor più drammatica la posizione degli operatori penitenziari.
Cgil, Cisl, Uil, Sappe, Osapp, Ugl, Sinappe, CNPP, hanno manifestato stamattina per denunciare, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, la cronica carenza di organico, il mancato pagamento regolare dello straordinario e la carenza strutturale di un carcere che, ironia della sorte, vede proprio oggi contrapposti il nuovo, dettato dall'avvio dei lavori per la costruzione del nuovo padiglione, il quale sarà costruito con tutti i comfort dell'era attuale, con il vecchio sprovvisto di tutto quello che un carcere di massima sicurezza dovrebbe avere.
Si è ancora una volta ribadita la necessità immediata di contare su 30 agenti subito e la riproposizione del Decreto Ministeriale sulle dotazioni organiche del 2001 unilateralmente ricondotte ad una pianta organica  da “fame”, che non ha per niente tenuto conto della trasformazione circuitale e che ha di fatto azzerato le aspettative di vita tutto il personale che, lo ricordiamo, ha un'età media di 45 anni e più di 25 anni di servizio sulle spalle.
A fronte, infatti, di 328 unità di polizia penitenziaria previste dal vecchio decreto, quando nel carcere peligno erano reclusi poco più che ladri di galline, L'Amministrazione Penitenziaria ci ha consegnato, con il nuovo decreto, una pianta organica di sole 262 unità a fronte di una popolazione detentiva che i ladri di galline li farebbero arrossire al solo pensiero di essere confrontati dal punto di vista criminale.
Oggi a Sulmona è cambiata radicalmente la forma di protesta rispetto al passato. Il cartello dei sindacati uniti continuerà con sempre più forza ad essere unito e, costantemente, a tenere alta l'attenzione forte dell'appoggio dei rappresentanti della Camera Penale. Continuerà con altre e più incisive manifestazioni di protesta le quali cesseranno di essere prodotte solo quando saranno date risposte certe alle richieste avanzate.
Entro 15 giorni, qualora non ci dovessero essere sostanziali novità rispetto a quanto è oggetto della vertenza, verrà messa in atto una nuova manifestazione. La stessa prevederà un corteo che partirà dal carcere, farà una sosta dinanzi il tribunale allorquando ci si incontrerà con i responsabili della camera penale ed insieme ci si dirigerà verso il palazzo comunale laddove,simbolicamente, occuperemo la sala consiliare.
Sarà quella l'occasione per chiedere al Sig. Sindaco Dr. Peppino Ranalli, l'attivazione di un Consiglio Comunale straordinario con all'ordine del giorno le problematiche oggetto del contenzioso.
L'Auspicio è che non si arrivi a questo e, peggio ancora, si vada oltre con le proteste. Ci auguriamo una volta per tutte che i dirigenti competenti  smettano di essere sordi alle richieste e alle nostre grida di allarme  e che, considerato l'elevato livello di sopportazione che si è raggiunto,  evitino che si arrivi a chiudere la stalla dopo che i buoi saranno scappati.
Attendiamo con ansia risvolti.
Sulmona, 17 marzo 2014

Il Cartello dei Sindacati Uniti
CGIL  CISL   UIL    SAPPE    OSAPP    UGL    SINAPPE   CNPP


Melilla (Sel) Con il personale del carcere di Sulmona (AQ)

Il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Sulmona (Aq) ha ragioni sacrosante nel protestare contro condizioni di lavoro pesanti e stressanti.
Nel carcere di massima sicurezza di Sulmona vi è un sovrafolamento di detenut idel 40%.
Essendo detenuti per reati estremamente gravi, associati a Mafia, Camorra, Ndrangheta e Sacra Corona Unita (di cui 160 ergastolani), è necessario garantire la massima sicurezza.
Il personale di polizia penitenziaria è sotto organico, il ricorso agli straordinari è un fatto "normale", i turni di lavoro sono stressanti.
Il Ministero della Giustizia e la Direzione Penitenziaria devono intervenire immediatamente.
In questo senso mi sono già adoperato a livello parlamentare e ministeriale