SULMONA - Ieri è stato ricordato presso l'Abbazia Celestiniana di
Sulmona all'epoca adibita a carcere,
la tragedia del pastore Michele Del
Greco, fucilato 70 anni fa dai nazisti perché aveva aiutato prigionieri alleati in
fuga verso la libertà.“Mi ritrovo qui, per aver dato da mangiare a
degli affamati, come voi preti ci avete insegnato”. Fu una delle ultime
frasi che il pastore Michele disse al cappellano del carcere, prima
della fucilazione. Un crudele cortocircuito - fra la legge universale
dell’amore, cristiano e non solo, e la feroce, folle assurda legge di
guerra, instaurata dai nazisti durante la Resistenza – che produsse uno
strazio inconsolabile in una mamma con i propri quattro figli, tre dei
quali ancora minori di età, alla vigilia del Natale del ‘43.
Un’angosciante immagine sempre viva, condizionante l’intensa e catartica
opera poetica ed intellettiva della figlia Raffaella.
Raffaella Del
Greco, insegnante, scrittrice e poetessa, in collaborazione con le
Associazioni“Il Sentiero della Libertà” e “Insieme per il Centro
Abruzzo” e con il patrocinio della Soprintendenza ai Beni Artistici –
Storici - Etnoantropologici
dell’Abruzzo, ha organizzato l'incontro
commemorativo.I nazisti fucilarono suo padre, il pastore Michele Del
Greco, colpevole di aver aiutato prigionieri alleati, in fuga verso la
libertà, dal campo di concentramento di Fonte d’Amore.Sul luogo
dell’esecuzione nel 2008 è stata deposta una lapide a memoria.Durante la
cerimonia si è isibito il Duo Dis Canto di Sulmona con testi di
Raffaella Del Greco.Successivamente c'è stato un intervento di Mario
Setta, storico dell’Associazione “Il Sentiero della Libertà”.Antonio
Ruffini, presidente dell’Associazione “Insieme per il Centro Abruzzo”ha
portato i suoi saluti.Raffaella del Greco ha conlcuso la serata con la
recita di alcune sue composizioni.

Nella foto i due figli, dei quattro ancora viventi, a testimoniare con la loro presenza l'evento.Da destra Raffaella, oggi ottantasettettenne, ha scritto varie pubblicazioni e poesie su questa storia, con numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero, Nunzio, che all'epoca aveva solo 11 anni e viveva in altura con il papà nel capanno a governare le pecore, infine lo storico prof. Mario Setta che mostra la copertina del libro ormai celebre "E si divisero il pane che non c'era", realizzato dal Liceo Scientifico di Sulmona, in cui, fra i vari episodi-tragedie riferiti al periodo della Resistenza, si parla anche del pastore Del Greco.