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lunedì 30 settembre 2013

CHIUSURA TRIBUNALE, FABBRICACULTURA"ENNESIMO SCHIAFFO AL TERRITORIO"

SULMONA - "La soppressione del Tribunale di Sulmona rappresenta l 'ennesimo schiaffo inflitto dallo Stato ad un territorio difficile come il nostro" si legge in una nota giunta in redazione a firma di Anna Berghella Presidente fabbricacultura."La legge sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, nata per armonizzare le strutture esistenti, se per alcuni territori può rappresentare una buona occasione di ottimizzazione delle spese sussistendo in zone limitrofe e ben collegate, sia da un punto di vista stradale che logistico, due tribunali che rappresentano solo una duplicazione di un servizio essenziale
- e quindi uno spreco - così non può dirsi del Tribunale di Sulmona la cui circoscrizione si estende fino a Pescasseroli (1 ora e mezza di curve e, in inverno, di neve e ghiaccio) e dista dal Tribunale accorpante un 'ora di altrettanto difficile percorso. I colpi di accetta, voluti dal Ministro Severino prima e Cancellieri poi, con accorpamenti effettuati con criteri generali e senza alcuna eccezione, si basa sulla divisione territoriale per provincia, le quali non solo sappiamo essere in via di soppressione, ma mal distribuite, in particolare nelle nostra Regione, non rappresentanti un criterio omogeneo ma che in realtà ricalcano un criterio ottocentesco.  Basti pensare a Pescara e Chieti. Aggiungasi, a dimostrazione del modo insulso in cui è stata recepita la legge delega dal Governo, che il nostro Tribunale andrebbe accorpato a quello di L ' aquila in cui, come è noto a tutti, non ci sono aule sufficienti e si giudica ancora nei container prefabbricati. Dal punto di vista economico ricadrebbe addosso a ciascuno di noi la deprecata decisione di chiudere il Tribunale di Sulmona. Diventeremo tutti più poveri senza alcun vantaggio economico per lo Stato. Spending rewiew non vuol dire revisione di servizi essenziali strutturati per far
ricadere sui cittadini, già penalizzati da una situazione di crisi, ulteriori spese ed ulteriori disagi.
Purtroppo questa realtà non è avvertita come la sciagura che in effetti è: depauperamento delle attività economiche attorno a cui gira l ' economia del Palazzo di Giustizia, trasferimenti di studi legali e di altri professionisti e probabilmente dei loro nuclei familiari, più costi di giustizia per tutti, difficoltà per avere un certificato penale, deporre quale teste, depositare una querela, chiedere un gratuito patrocino o rinunciare ad una successione. La cartina allegata dimostra come, con la soppressione dei Tribunali abruzzesi, una immaginaria linea dividerebbe l ' Abruzzo settentrionale con quattro Tribunali, dal più esteso “Mezzogiorno” d ' Abruzzo senza alcun presidio giudiziario. Lasciando così scoperte queste aree anche di Procure della Repubblica e di commissariati, che automaticamente seguono la soppressione del Tribunale. Avremo così cittadini di serie A che godono di ottime infrastrutture, collegamenti stradali, tribunali e uffici pubblici a portata di mano e cittadini di serie B delle zone interne con collegamenti stradali e ferroviari da 1800 e uffici a 150 km di distanza, con le
accentuate difficoltà dovute alle nevicate invernali.Si subisce questo evento come una ineluttabile decisione dello Stato Centrale a cui occorre solo adeguarsi. A peggiorare le cose c ' è da un lato l ' assoluta consapevolezza del problema avvertito dalla classe forense, che esponendosi personalmente, ha portato avanti lo sciopero della fame e un presidio permanente davanti a Palazzo di Giustizia, nonché del comitato costituitosi ultimamente con l ' appoggio del Comune di Sulmona, ma con il tiepido supporto di altre categorie della circoscrizione e della popolazione della Valle Peligna e dell’Alto Sangro. Se riusciremo ad avere un referendum abrogativo di questa legge, forse unica speranza che abbiamo, ce la sentiamo di andare a votare in massa il nostro SI?
Fabbricacultura auspica che il risveglio del territorio e delle coscienze avvenga al più presto e che non rimaniamo supinamente alla finestra a guardare la nostra terra tramutarsi in un deserto. È il momento di dire basta! La spoliazione iniziata qualche anno fa dei presidi esistenti sul nostro territorio deve avere un brusco e deciso arresto ritornando ad avere l ' orgoglio di abitare in zone interne e avere il coraggio di pretendere il rispetto per le difficoltà legate all 'orografia e al clima".

        Anna Berghella

   Presidente fabbricacultura