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giovedì 20 settembre 2012

OLIO E VINO, TERRITORI PENALIZZATI, D'AMICO "PIU' EQUILIBRIO NEL BANDO REGIONALE"


SULMONA- "La Giunta regionale nel deliberare il bando per l' incentivazione di attivita' turistica (Piano di Sviluppo rurale 2007/2013) ha optato di finanziare percorsi enogastronomici legati all'olio e al vino, determinando la schiacciante preminenza dei territori ricompresi nei comuni della provincia di Chieti, Pescara e Teramo e la conseguente e assoluta marginalita' di quelli della provincia dell'Aquila". E'
quanto fa notare il vice presidente del Consiglio regionale Giovanni D'Amico, specificando che "Dagli allegati I e II della deliberazione
e' stato possibile definire lo schema e dal quale risulta che, inoltre, a fronte dei molti territori esclusi, molti altri vengono inclusi due volte sia per il percorso del vino che per quello dell'olio. Sarebbe stato opportuno - commenta il vice presidente - una elaborazione del bando che consentisse una piu' regolare distribuzione dei beneficiari sull'intero territorio regionale promuovendo le attivita' turistiche nei comuni vocati a produzioni altrettanto qualificanti e caratterizzanti l'Abruzzo nel territorio Aquilano, nella Marsica, nell'Alta Valle dell'Aterno ,nelle aree protette del Sirente e del Parco Nazionale (formaggi,castagne, farro, zafferano)". Secondo D'Amico "si sarebbe dato il segno di una adeguata considerazione dell'Abruzzo montano, che caratterizza le quattro province. Soprattutto - denuncia il consigliere - manca nel bando una visione regionale delle eccellenze enogastronomiche che pure sono riconosciute nel paniere dei prodotti tipici della tradizione italiana, ben piu' ampio e variegato, riconosciuti dal Ministero dell' Agricoltura e che svolgono una funzione determinante nelle sviluppo del turismo rurale. Ho chiesto all'Assessore all'agricoltura - conclude D'Amico - di sospendere il bando e di rielaborarlo introducendo criteri piu' equilibrati capaci di rappresentare un quadro completo dei prodotti dell'agricoltura regionale. Auspico che le organizzazioni di categoria condividano e vogliano anch'esse intervenire in tal senso"