
presidio peligno. Aveva avvertito un malore nella sua casa di Pescocostanzo la signora, caricata, poi, sull'ambulanza del 118 chiamata dai familiari, era stata trasportata nell'ospedale di Castel di Sangro, in cui manca il cardiologo. Secondo quanto raccontato questa mattina dal responsabile del Tdm, Edoardo Facchini e dal legale, Catia Puglielli, "nel nosocomio sangrino sono stati bravissimi e prontissimi nell'affrontare la situazione grave in costante contatto con i dottori sulmonesi" hanno precisato. Accertato l'infarto, la donna sarebbe stata, dunque, trasferita al SS Annunziata a Sulmona a 60 chilometri di distanza. A Roccapia, però, il mezzo si sarebbe fermato una ventina di minuti circa attendendo l'arrivo dei colleghi dal capoluogo peligno, in quanto, probabilmente, secondo quanto riferito, si sarbbe evitato il rischio che l'area sangrina restasse scoperta, senza mezzi di soccorso. Nel cuore della notte la barella della 78enne con infarto in atto sarebbe stata traslocata da un'ambulanza all'altra e condotta, poi, al nosocomio di viale Mazzini dove è arrivata ancora in vita alle 00.27. Dopo circa 2 ore, però, purtroppo la donna è morta, a causa di una cardiopatia ischemica post infartuale. L'avvocato de Tdm ha rimesso la documentazione al medico legale per accertare la sussistenza del nesso di causalità tra il ritardo dovuto al trasporto e la morte. Al momento non è stata presentata denuncia, ma dall'associazione si dicono pronti ad avviare il procedimento legale per la richiesta di risarcimenti. Secondo il tribunale del malato si dovrà accertare la dinamica delle procedure adottate, continuando a sottolineare la prontezza dei medici degli ospedali che avrebbero intuito già da subito la gravità del caso, tanto che, secondo l'associazione, in base alle testimonianze dei familiari, dal presidio castellano avrebbero suggerito di trasportare subito la paziente da Pescocostanzo a Sulmona senza passare per il capoluogo sangrino.