tra chi concepisce il "fare politica con gli sfoghi personali su Facebook e i comunicati stampa" e chi, invece, si è dato da fare per organizzare manifestazioni come quella sulla sanità lo scorso anno, continuando a fare riunioni e incontri, pensando al bene della città. "Fare il congresso significa aumentare il divario" afferma Giovanni Mastrogiovanni, spiegando che "c'è difficoltà di convivenza che non è stato possibile risolvere politicamente. Abbiamo esposto il problema al regionale e provinciale, ma niente incisività da parte loro. Non siamo in contrasto con il Pd, ma critichiamo la dirigenza locale per essere stata distante dai problemi della gente, senza intervenire in maniera determinante al di là dei proclami su ospedale e tribunale". Il gruppo vuole lasciarsi alle spalle il sistema dei numeri e tessere per confrontarsi sui problemi. Secondo Silvana D'Alessandro "E' un partito che non ce la fa ad essere il partito di tutti". Per Antonio Carrara alla città non serve lo scontro a suon di tessere quindi "con un atto di responsabilità diciamo basta". E' intuibile che si tratta di una decisione sofferta, basta contare le volte che hanno ripetuto oggi, ognuno nel proprio intervento, di restare e di voler continuare a sentirsi parte del partito di Bersani, ma l'esasperazione contro l'isolamento dal resto del territorio (citano esempio elezioni di Pratola), contro i cambiamenti di serrature alle porte, incatenando, a detta loro, quella libertà di incontrarsi nella sede, contro anche le incomprensibili "disattenzioni" da parte del regionale di prendere posizioni, e contro quella che ritengono una politica che non è politica da parte della segretaria sulmonese, fa alzare i tacchi e prendere altre strade. "In questa città c'è uno scollamento" sostiene Diego Bucci, che ripercorre le tappe del loro malcontento originatosi dal congresso dello scorso anno e proseguito in crescendo durante i mesi. "Alla città non interessa un congresso dove partecipano in dieci, dibattono in due e poi si fanno tante tessere".

Amareggiati anche i giovani, Valerio Giannandrea e Eleonora Mesiano: "ha tolto l'entusiasmo ai ragzzi. Bisogna cambiare passo. Loro pensano alle tessere, al potere a chi guida il partito. Noi pensiamo al territorio e a fare politica". Precisa, inoltre, Giannandrea, quanto inserito nel comunicato inviato dalla segreteria del Pd sulmonese (poco prima di questa conferenza stampa) dichiarando di non riconoscere quell'ufficio tesseramento citato nella nota dalla segretaria del Pd in cui scrive "Prosegue la campagna adesioni 2012 con la nomina avvenuta in questi giorni del nuovo ufficio adesioni, dopo un incontro tenutosi alla presenza del segretario provinciale Mario Mazzetti, composto da Alessio Di Masci, Valerio Giannandrea, Francesco Perrotta, Roberto Spinosa, che affiancano il segretario di circolo". Secono Giannandrea "Il segretario inserisce nomi nei comunicati senza nemmeno chiedere come stanno le cose. Lì si parla di un incontro avvenuto lunedi. Ma io, nè altri, non ci sentiamo parte di quel tesseramento".
Un'assemblea si svolgerà la prossima settimana per muovere i primi passi in qusto nuovo spazio civico dell'altro Pd, con la sottoscrizione delle 152 persone che avevano richiesto in questi mesi di volersi riunire. Un partito, dunque, che, come quella famigerata finestra della sede, perde i pezzi.
