L’AQUILA– Chiede di
fare chiarezza il Wwf, preoccupato per l’ennesimo caso di orso marsicano
trovato in fin di vita e successivamente deceduto. Rimasti circa una
cinquantina di esemplari, sarebbe a rischio l'habitat dell'orso nel
Sirente Velino. "E' necessario
esplorare con estrema attenzione ogni possibile causa del decesso, analizzando anche tutti quegli aspetti
infettivi e dovuti a malattie che possono essere state trasferite alla fauna
selvatica da parte di allevamenti, non sempre adeguatamente tenuti sotto controllato e che in Appennino spesso sono eccessivi e si spingono oltre i limiti delle aree riservate al pascolo" dichiara Massimiliano Rocco responsabile specie del WWF Italia. La popolazione di orso marsicano è ridotta a non più di una cinquantina di esemplari in tutto il suo areale appenninico, concentrati per la maggior parte nel parco d'Abruzzo e ogni singola perdita mette ancora più a rischio la sopravvivenza di questa specie, simbolo stesso della biodiversità italiana e delle nostre aree protette. “Il ritrovamento dell'animale nell'area del Sirente Velino dimostra come questi territori siano fondamentali per questa specie. E' raccapricciante pensare” si legge in una nota “che mentre da una parte il WWF, insieme a numerosi partner e alle popolazioni locali, lavori per tutelare il patrimonio di biodiversità che è di tutti (vedi progetto LIFE ARCTOS<http://www.life-arctos.it> http://www.life-arctos.it), di contro un consigliere di maggioranza della Regione Abruzzo stia pensando proprio in questi giorni di sottrarre al parco del Sirente Velino oltre 4.000 ettari per darli in pasto a nuovi impianti sciistici e ulteriore consumo del suolo. Un turismo di qualità, non consumistico e rispettoso del paesaggio e della biodiversità dovrebbe invece essere l'obiettivo da perseguire e l'orso potrebbe esserne un grande alleato”
MORTE ORSO, IL
COMMENTO DEL PRESIDENTE DEL PNALM
"L'ennesima
morte di un esemplare prezioso di orso marsicano - ha detto il presidente del
Pnalm, Giuseppe Rossi - una specie che conta un numero modesto di individui e
sottoposta a pressioni di ogni genere. L'Ente Parco - continua Rossi - deve
fronteggiare la situazione incontrollata degli accessi alle strade forestali,
percorse da fuoristrada, quad e motociclette, pascolo brado incontrollato e
spesso abusivo, turismo a volte invadente e non organizzato, una pratica
venatoria ancora da ordinare e non certo attuata in difesa dell'orso, oltre al
gravissimo fenomeno dei cani rinselvatichiti e randagi che oltre ad essere un
grave elemento di disturbo per l'orso - conclude il presidente - sono anche
pericolosi da un punto di vista sanitario".