precedente. I pendolari, quindi, non potranno più utilizzare questa corsa e se vorranno, e se troveranno posto, potranno utilizzare la corsa delle 5:00 o delle 6:10. Ne consegue che un padre o una madre, con famiglia a carico, che fino a ieri salutava i figli alle 7:45 ora lo dovrà fare alle 4:45 oppure alle 5:50, per riabbracciarli comunque alle 21:10 oppure alle 23:00.
“Il passaggio ad Avezzano e la modifica dell’orario – continua Di Nisio - ha reso impraticabile la corsa delle 8:00 ai lavoratori e studente del Centro Abruzzo, ma l’ARPA parla solo di ‘modifiche e integrazioni’; inoltre l’impossibilità per i pendolari di viaggiare in altri orari per ovvi motivi di resistenza fisica e di salute viene tradotta dall’ARPA come mero ‘disagio’. Ovviamente i pendolari, ai quali è stata ‘tagliata la corsa diretta’ delle 8:00, che li portava a Roma in tempo utile, non hanno compreso il contenuto del comunicato ARPA; sono rimasti sgomenti! Evidentemente l’ARPA non parla lo stesso linguaggio e se non riusciamo a capirci, chi è ‘fuori posto’ non siamo certamente noi lavoratori e studenti che paghiamo un servizio per recarci a Roma e per tornare a casa, ma forse lo è chi è pagato per assicurare un servizio pubblico efficiente e fa il contrario. Da tutto ciò ne consegue che probabilmente molti pendolari saranno costretti a trasferirsi a Roma, ma in tal caso – conclude Di Nisio - chiediamo le immediate dimissioni del Presidente dell’ARPA e una urgente presa di posizione dell’Assessore Morra”.