RAIANO – Sulla vicenda del ricorso
contro i comuni fuori cratere parlano di “offesa al territorio peligno” gli
esponenti dei circoli del Pd di Corfinio,
Pratola Peligna, Prezza, Raiano, Roccacasale e Vittorito che,in una nota, invocano l’unità e
puntano il dito contro “il grave e incomprensibile silenzio dei politici
e degli amministratori locali del centrodestra” non onorando gli impegni
unitari assunti e sottoscritti nel maggio 2009 sulla Vertenza Valle Peligna sul
terremoto”. Sollecitano tutti i Consigli
comunali del territorio a richiedere al presidente Chiodi, con ordini del
giorno o mozioni, la “riapertura di un procedimento trasparente e certificato
atto a verificare gli effettivi danni provocati dal sisma ai Comuni ricorrenti,
così come previsto dalle Sentenze del TAR Lazio: cosa non in contrasto con il ricorso in Consiglio di Stato”. “Invitiamo” aggiungono “il Presidente/Commissario ad operare finalmente in maniera concreta e fattiva per difendere i diritti
della Valle Peligna, della quale si era impegnato ad esserne l’assessore regionale
di riferimento”.
Da stigmatizzare e condannare sono
le difese di ufficio del Governo e di Chiodi fatte da alcuni/e autorevoli
rappresentanti istituzionali locali che hanno preferito e preferiscono anteporre
gli interessi politici di partito, o personali, a quelli del territorio. Un
silenzio assordante, infine, proviene dai Deputati del nostro territorio. A pagarne le conseguenze sono i cittadini, le
imprese, i Comuni, le forze sociali e culturali, ai quali viene negata la possibilità di vedersi riconosciuti
agevolazioni fiscali, finanziamenti,
opportunità e diritti analoghi a quelli dei Comuni del “cratere”.
“L’Avvocatura Generale dello Stato “per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per il
Commissario delegato per l’emergenza terremoto in Abruzzo, in persona dei rispettivi
legali rappresentanti pro-tempore”, ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato contro le Sentenze
del TAR Lazio sui Comuni esclusi dal “cratere. Una decisione che rappresenta un fatto di inaudita gravità e che offende
e mortifica un intero territorio. Un territorio, la Valle Peligna ,
ancora una volta illuso con promesse che non si potevano mantenere, come quella fatta dal Presidente Chiodi, dopo
la pubblicazione delle sentenze,
che non ci sarebbe stato ricorso al Consiglio di Stato”.
“Per quanto ci riguarda” concludono “rinnoviamo la nostra disponibilità ad
un impegno e mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali in difesa dei
diritti e della dignità del territorio peligno.
Il nostro
è un appello unitario in coerenza con i documenti sottoscritti nel maggio 2009,
perché a quello spirito occorre tornare oggi evitando di trasformare la vertenza
legale in una ennesima bega locale per ragioni di “bottega”.
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