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lunedì 20 giugno 2011

CAMORRA, SMALTIVANO RIFIUTI PER CASALESI. SEQUESTRI ANCHE A SULMONA

SULMONA - La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito un decreto di sequestro di beni per complessivi 13 milioni emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico dei fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma, di Trentola Ducenta, nonche' del figlio di Elio, Francesco. 
I beni sottoposti a sequestro di prevenzione, alcuni dei quali gia' colpiti da sequestro penale emesso dalla magistratura partenopea, consistono in 10 societa', una quota societaria, una ditta, 22 terreni, 13 fabbricati, 31 autovetture e 10 motocicli, aventi sede o ubicati nella provincia di Caserta, nonche' Sulmona (L'Aquila), Pisa e Napoli, nella disponibilita' diretta e indiretta dei Roma.

I Roma sono imprenditori attivi nel settore dei rifiuti ritenuti contigui al clan dei Casalesi, in rapporti di affari con Gaetano Cerci, nipote del capo clan Francesco Bidognetti, gia' condannato con sentenza irrevocabile per il reato associativo di tipo mafioso, e con Cipriano Chianese, imprenditore attivo nel settore dei rifiuti piu' volte coinvolto in inchieste di camorra e di recente destinatario di analogo provvedimento di sequestro emesso sempre dalla magistratura samaritana. I fratelli, secondo le indagini degli uomini del capo centro Maurizio Vallone, avevano il ruolo di intermediari, trasportatori, depositari e smaltitori dei rifiuti illecitamente conferiti nel territorio campano, nell'interesse patrimoniale del clan. I rifiuti venivano poi smaltiti illegalmente nel territorio di Trentola, anche con l'utilizzo di falsi documenti di identificazione e con l'esecuzione di truffe ai danni di pubbliche amministrazioni. Gia' in passato la famiglia Roma era stata al centro di indagini relative alla societa' Siser di Villa Literno, di cui sono titolari Generoso e Francesco, padre e figlio, dalle quali e' emerso che ricevevano quello che sulla carta risultava come concime e compost per l'agricoltura, ma in realta', grazie anche ad alterazioni di documenti e falsi certificati di analisi di rifiuti, realizzavano lo smaltimento illecito di una impressionante quantita' di rifiuti pericolosi e fortemente inquinanti, nel tempo assorbiti dalle produzioni agricole esistenti nella zona.

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