Oltre il palcoscenico, si erge l’ombra lucente dell’Antenna RAI di Monte Sant’Anna (Caltanissetta): un traliccio di metallo e promesse che il giovane Guadagnuolo, affacciato dal balcone di via Redentore, vegliava con occhi sognanti nelle notti d’estate, immaginando attraverso i suoi programmi, un futuro in technicolor che si librava insieme a Gigio sullo schermo. Quel gigante di luce, ridotto in rovine il 23 luglio 2025, appare qui trasformato in un fantasma luminoso pieno di nostalgia, memoria collettiva spezzata che incombe dietro al piccolo ambasciatore mentre le velature trasparenti di arancio tenue e tocchi di blu crepuscolare trasformano il cielo in un crepuscolo senza tempo. L’antenna riprende a vibrare e diffonde “onde benefiche”, così come Radio Italia trasmise “Volare” ad un’Italia affamata di speranza. La voce di Modugno diventa eco di un popolo che rinasce, e l’antenna onirica è custode di quel canto, amplificandone l’abbraccio universale.
Un microfono in miniatura immaginativo pende sul vuoto, custode di un filo invisibile che lega la piccola marionetta all’eco sonoro di “Volare” il canto di “Nel blu dipinto di blu”, reminiscenza di un volo che ha insegnato all’Italia a sognare. Quel blu è l’eco della melodia di Domenico Modugno, dove ogni nota diventa pennellata d’infinito, il cui paroliere, Franco Migliacci, s’ispirò a delle stampe di Marc Chagall che Guadagnuolo cita d’àpres a quel “Coq Rouge Dans la Nuit” del 1944 dove figure del Gigio in volo inseguono un sogno, trasformato in un’opera visiva transrealista da Guadagnuolo, con pennellate alternate tra tratto fluido e impasto lieve conferendo una qualità fiabesca al movimento.
Sulla spalla dell’ombra si staglia, lieve come un sospiro, la presenza-assenza di Modugno in atto di canto: un’eco che risuona dal crepuscolo del 6 agosto, anniversario della sua scomparsa, fino al tramonto dell’Antenna/Torre trasmettitrice, confermando una fusione eterna tra passato e presente.
Tra ricordi privati e membrane condivise, “Volare, Made in Italy, il ritatto di Topo Gigio” sospende il tempo in un istante di nostalgia: un canto d’addio e di speranza che prende il volo lieve, con una piccola marionetta televisiva creata da Maria Perego nel 1959, verso un orizzonte infinito".
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