L'AQUILA - "-Si parla molto della lettera del senatore Fina letta in aula che racconta dell'esperienza infernale vissuta in carcere in questi giorni di caldo intenso dal detenuto Gianni Alemanno, ex Sindaco di Roma e politico di lungo corso.C'è chi, come il componente della segreteria nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella, nell'offrire una sua persona riflessione in merito, dice una cosa che dovrebbe parecchio fare riflettere.Da sempre il sindacalista, infatti, denuncia le condizioni insopportabili che si vivono d'estate nelle carceri italiane e quasi sempre il suo grido d'allarme passa inosservato.Oggi lo denuncia un politico recluso e tutti ne parlano.
Qualcosa è evidente che non va nella perequazione umana.
Nei suoi interventi Nardella ricordava che “Le mura spesse dei castelli o degli ex conventi che ospitavano i reclusi di una volta non permettevano un sufficiente riciclo dell’aria. Ciò manteneva inalterate le condizioni termoudometriche e con esse la possibilità di ammalarsi per l’eccessivo freddo. Oggi la situazione si è completamente capovolta. Le carceri di ultima generazione sono costruite utilizzando ferro e cemento il che, come è dato sapere, nell’ambito della conducibilità termica, rappresentano quanto di meglio la natura possa offrire. In questa maniera succede che per stare caldi in inverno si è costretti a dover sborsare 10 volte di più rispetto a una abitazione qualunque; viceversa, per rinfrescarsi in estate, non essendoci un apparato climatizzante nella camera ove vengono ubicati i detenuti e più in generale in tutti corridoi del carcere ove operano gli agenti preposti alla sorveglianza, diventa semplicemente un’impresa e questo con tutto ciò che ne consegue in termini di malori e malumori. Gli istituti di Sulmona e L’Aquila, Vasto, Lanciano , Chieti, Teramo, Pescara, solo per citare quelli della regione dove Nardella lavora da trent'anni, in questi giorni di grande caldo, afferma lo stesso Nardella, non è sminuente affermare che altro non sono che forni. A nulla serve il fatto che alcuni di essi siano incastonati tra i monti anche se non osiamo immaginare ciò che succede in altri ambiti, come per l'appunto nel Carcere dove risulta recluso Alemanno, vale a dire Roma Rebibbia.
Resta il fatto che la situazione è emergenziale. Trovare il modo di rendere più vivibile un carcere trasformato in un forno porterebbe migliori condizioni non solo per i detenuti sottoposti al massimo dello stress ma anche per tutti gli operatori che ivi prestano servizio i quali,oltre al malessere fisico dettato dell’eccessivo calore, devono sopportare e supportare il grado di elevato disagio vissuto da chi il carcere lo deve vivere come dimora. Se non si hanno drammatiche ripercussioni in termini di sicurezza è solo per l’innata qualità umana che contraddistingue l’operato del poliziotto penitenziario di stanza negli istituti di pena. Tuttavia non è un caso che il numero di eventi critici riguardanti malesseri e gesti autolesionistici si concentra nei mesi più caldi. Questo dovrebbe far pensare molto i progettisti e gli amministratori della politica nazionale anche perché il tutto ha un limite”.
Cosa fare per eliminare immediatamente il problema?
Secondo Nardella “sarebbe auspicabile,così come lo sta chiedendo da tempo immemore, l’implementazione immediata delle docce in ciascuna camera detentiva. In questa maniera si offrirebbe l’opportunità non solo di rendere più sopportabile il caldo infernale come quello di questi giorni ma si farebbe della prevenzione sanitaria,soprattutto in un contesto come quello carcerario, una virtù inalienabile. Risulta a tal proposito un peccato non utilizzare lo spazio immenso che caratterizza l’area carceraria per mettere su un impianto fotovoltaico. Questo non solo consentirebbe la possibilità di estendere a tutti gli spazi detentivi la possibilità di climatizzare gli ambienti ma permetterebbe l’abbattimento delle spese di riscaldamento in inverno troppo esose per uno Stato, come quello italiano, alla deriva dal di vista finanziario.
Il tutto ovviamente in attesa che la sensibilità umana dei politici di turno trovi posto anche nelle carceri soprattutto quando a dover essere da loro e costa è la progettazione e costruzione di nuove carceri tenendo conto anche di queste oramai vitali esigenze".
Il segretario Cnpp-Spp Mauro Nardella
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