Nardella (Cnpp-Spp)- Sempre peggio dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici giudiziari.L'AQUILA - "Sono tanti, troppi i detenuti con gravi problemi psichiatrici presenti nelle carceri d'Italia in generale e in quelle d'Abruzzo in particolare e con essi gli eventi critici quali risse, autolesionismi e aggressioni anche e soprattutto nei confronti del personale di Polizia penitenziaria (questi ultimi aumentati del 700% rispetto al passato) che ne caratterizzano la quotidianità. Il tutto aggravato da un sovraffollamento di detenuti medio pari al 130% e da un organico di Polizia Penitenziaria deflazionato di almeno 8000 unità in Italia rispetto, comunque, a una pianta organica che, addirittura, secondo uno studio fatto qualche anno fa da una commissione dipartimentale, andrebbe rivista di ulteriori 10.000 unità mancanti.
Insomma ci ritroviamo di fronte ad un autentico fallimento di una nazione atteso che non sono pochi i luminari che nella storia il grado di civiltà di un popolo lo hanno misurato proprio attraverso le condizioni carcerarie.
Personalmente, che di anni di operatività sul fronte ne ho maturati 30, non avrei mai immaginato di ritrovarmi dinanzi ad una situazione che definire tragica rappresenterebbe quasi un eufemismo.
Eppure i dati li conoscono tutti. Quasi 100 suicidi lo scorso anno e circa 40 dall'inizio di quest'anno e ad estate appena iniziata; Istituti fatiscenti che si trasformano in autentici forni nella stagione calda e, come nel caso di Vasto e Pescara, in paludi quando piove.
Poi ci si mettono le impostazioni illusorie che fungono come specchietto per le allodole quali possono essere ad esempio le Residenze per l'esecuzione delle misure di Sicurezza (REMS) assolutamente incapaci con i numeri di oggi di soddisfare l'esigenza che si ha di tirare fuori tutti i "pazzi" dall'interno delle carceri così come pensato con la chiusura degli OPG. Una decisione, quest'ultima, che secondo il mio personale parere può tranquillamente ascriversi come il peggiore provvedimento preso nella storia carceraria d'Italia atteso che, guardando proprio a ciò che accade quotidianamente, il problema è stato acuito più che risolto.
Cosa dire poi delle Case lavoro senza lavoro così come sta avvenendo a Vasto. Laddove, cioè, tutto si può dire fuorché che abbia la possibilità di tenere occupati i reclusi?
Il problema della mancanza di fondi per il lavoro è una piaga insostenibile se è vero com'è vero che proprio l'applicazione professionale rappresenta una dei cardini del trattamento e sicuramente la migliore medicina sia per la maturazione di una nuova personalità da parte del detenuto sia, così com'è stato dimostrato, per l'abbattimento della recidiva.
Eppure continuano a dire che l'Italia rappresenta una delle 7 potenze al mondo.
A tal proposito mi piacerebbe sapere cosa ne penserebbe Dostoevskij o Cesare Beccaria in merito a questo. Lo vorrei anche se so che l'unica cosa che ne trarrei e il vederli rivoltarsi nelle tombe.
Oppure, senza scomodare i luminari sopra menzionati, capire cosa ne penserebbero i padri costituenti atteso che del loro disposto di cui al comma 3 dell'articolo 27 della legge madre da loro prodotta tutto si sta facendo fuorché rispettarlo.
Finora dalle parti di Via Arenula solo chiacchiere. Dei rimedi prospettati dal Ministro solo passaggi fantasmagorici.
L'ultima speranza la riversiamo su quanto detto alcuni giorni fa sulle condizioni delle carceri italiane dal Presidente della Repubblica. Lo faccio sperando (scusate il gioco di parole) di non "morire" disperato (ammesso che in parte già non lo siamo).
-Così il componente della Segreteria Nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella-
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