Tutto ciò che è emerso a Case Pente, unitamente ai reperti trovati dalla fine del 1800 ad oggi, sarebbe potuto diventare uno dei più grandi e più importanti parchi archeologici dell’Abruzzo. Invece resterà come testimonianza del vile asservimento dei pubblici poteri alla prepotenza e all’arroganza di una impresa che mira solo al proprio profitto e non ha alcun riguardo per il bene comune. Nel 2008 fu la stessa Soprintendenza dell’Aquila, che oggi è totalmente schierata con gli ordini provenienti dall’alto, a definire l’area di Case Pente “un complesso archeologico tra i più importanti della Valle Peligna, che cela i resti di un insediamento vasto e articolato con tracce della viabilità, dell’abitato, della necropoli”.
La Snam spadroneggia e lo fa violando impunemente le leggi del nostro Stato di diritto. La politica è assente e la sua assenza vuol dire complicità. Nella campagna elettorale la questione Snam non è stata nemmeno sfiorata dai quattro candidati a Sindaco di Sulmona. Le consigliere regionali del territorio continuano a comportarsi come le proverbiali tre scimmiette: non vedono, non sentono e non parlano. Alla Procura della Repubblica di Sulmona sono stati presentati ben otto esposti ma nessuno sa dire che fine abbiano fatto.
E i cittadini? Nessuno protesta. Nessuno si ribella a questo sopruso e a questo scempio. Nella metà del ‘500 il filosofo francese Etienne de La Boétie scrisse un piccolo libro intitolato Discorso sulla servitù volontaria. De La Boétie sostiene che il tiranno può esercitare il suo dominio fino a quando i suoi sudditi gli obbediscono. Sta ad ognuno di noi scegliere tra la servitù volontaria e la condizione dell’uomo libero.
“Vorrei – scrive il filosofo – solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e tante città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha nessuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi”.
Siamo una comunità di uomini liberi o di servi volontari? Cosa risponderemo ai nostri figli e nipoti quando ci chiederanno: “come avete potuto permettere tutto questo”?
Mario Pizzola
(Coordinamento Per il clima Fuori dal Fossile – Sulmona)
Nessun commento:
Posta un commento