SULMONA - "Dispiace che l'attenzione sia tutta rivolta verso la porta girevole attraverso la quale assessore e assessori entrano e escono con la stessa frequenza dell'ingresso di un albergo. Capisco che la curiosità di sapere chi saranno i prossimi ad entrare e quelli ad uscire e quali siano le vendette che, tale viavai, provocano è forte tra la popolazione e gli operatori della informazione.
Non vi è dubbio che questa perenne "notte dei lunghi coltelli", che la politica sulmonese vive da quando è iniziata questa consigliatura, ha il fascinoso gusto dell'intrigo e della congiura.
Temo, però, che si perda di vista il senso dei problemi e dei temi che restano sul tavolo irrisolti. Lo spunto, di questo ultimo capitolo della "saga" "La vendetta di Palazzo S.Francesco", nasce dall'idea del "plesso scolastico unico". Non ho sentito sul punto un fervente dibattito.
Eppure questa è una decisione che è destinata a cambiare la storia della città per moltissimo tempo.
Sono anni, infatti, che le categorie produttive lamentano, giustamente, lo spopolamento del "Centro Storico".
E sono anni che le varie amministrazioni succedute prestano ascolto a tali grida di protesta.
Il problema però non si risolve con "quanto si ascolta" ma con "quel che si fa".
Non vi è dubbio che il centro di Sulmona è attualmente il più bello d'Abruzzo e tra i più belli del centro Italia.
Non vi è, altrettanto, dubbio che, desertificato, perde la sua vis actrattiva verso il mercato turistico che, se ben sviluppato, potrebbe essere un buon traino della nostra economia.
Da anni ripetiamo, da sotto la nostra bandiera, che una delle cause dello spopolamento del centro è stata la scellerata migrazione delle scuole, e che uno dei rimedi più efficaci è proprio il loro ritorno tra le mura.
Se non di tutte di alcune. Almeno il Liceo Classico e quello Scientifico DEVONO ritornare sotto lo sguardo di Ovidio.
Ripopolare le giornate del centro con le festose entrate ed uscite degli studenti dalle aule crea colore e vita e soprattutto riabitua i giovani e la città a vivere, anche negli orari pomeridiani, il gustoso sapore della nostra storicità.
Sarebbe molto utile al ripopolamento di quello che oggi è spesso un triste e deprimente deserto.
Non vi è chi non veda che, una decisione come quella del plesso scolastico unitario, che esclude in maniera irreversibile questa ipotesi, è folle e scellerata e condannerebbe per sempre i Sulmonesi a rimpiangere gli anni in cui le piazze e le strade del centro erano i salotti dei sulmonesi.
P.S. E' chiamata "la Notte dei Lunghi Coltelli" la epurazione che avvenne tra il 30 giugno ed il 2 luglio del 1934 attraverso la uccisione, da parte delle SS, di tutte le SA perchè "poco fedeli" ad Hitler".
Massimo Carugno
della Segr.Naz. PSI
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