SULMONA - Tra i riferimenti alla plastica arte narratoria ovidiana e dintorni, è facile trovare spunti di riflessione: “…ma i giorni a venire i testimoni più saggi”.Chi da bambino vide nascere buona parte dell’amato manto boscoso tragicamente arso e incenerito, può sì dirsi davvero affranto e addolorato.
Quanto alla fluttuante e vaporosa bolla ripiena di incalzanti stimoli a trovare e perseguire “…quelle perverse mani”, beh, non v’è da contare che quel tempo sia domani. La popolazione, peraltro, può, civicamente volendo, rappresentare un prezioso sistema d’ascolto ed osservazione che, allo scopo, dovrebbe co-obbligarsi nel partecipare attivamente a supporto dei preposti Enti inquirenti.
Per la circostanza, però, si invita in particolare a riflettere sui seguenti termini: <tutela, protezione, salvaguardia, conservazione, prevenzione>. Parole che dalle nostre parti sono spesso come variopinti aquiloni, che si gareggia a sfoggiare nella pur assoluta ed intima certezza che, oltre la carta…e proprie effigi…, è sempre e solo il vento a fare la gran parte del lavoro e la vera differenza durante il “legato” volo.
Chi, nella nostra vicenda e sua risoluzione, potrà ora dire di aver fatto gran parte del lavoro e la vera differenza, con quali ruoli, divise, mezzi, tempi e risultati ?
…Unica e muta la sacra montagna, eppure s'ode l'eco del suo straziante lamento. Così, al levar del sole, ne piangerò, sgomento, il ghermito mantello … (anonimo).
Punto e a capo. Sì, con quali determinazioni ?
Emanazione di leggi lampo in deroga, riacquisite competenze istituzionali, formulazione di nuovi piani di tutela, ricolmatura di piante organiche smembrate, effettuazione di rilievi censuari a passo d’uomo ….
Mettere piede su Marte non è più un sogno. Già nel 2024 potrebbero partire i primi astronauti. Questo è stato l'annuncio al Convegno Astronautico Internazionale dello scorso anno in Messico.
E sulla terra, intanto, che tempi vogliamo prenderci per fare un salto di qualità nella gestione delle Aree cosiddette protette?
Sono state forse bandite la misure che prevedono l’utilizzo di tecnologie di stramatura e consolidata capacità interventista, capaci di garantire - con costi e risultati tutt’altro che paragonabili a quelli che verranno consuntivati prossimamente - la resilienza in particolare di quel patrimonio naturalistico assoggettato da tempo a tutela con leggi speciali ?
Quanto tempo ancora ci vorrà per dare spazio e riconoscimento ad un Volontariato di primo fronte strutturato e competente per realizzare un presidio locale stabile e durevole in fatto di prevenzione delle emergenze, di Protezione e Sicurezza Civile ?
Chi conosce le metodologie di “stress-test”, potrà confermare che esse sono finalizzate a valutare la vulnerabilità del proprio sistema di prevenzione a “variazioni dei fattori di rischio” di ampiezza eccezionale, maggiori di quelle coperte dal sistema per i margini iniziali ma ragionevolmente plausibili.
Ebbene, anche la più semplice metodologia di stress test consente di valutare le conseguenze dell’evento ipotizzato e dunque di rivalutare analiticamente e criticamente il peso di ogni elemento del sistema/processo.
Senza polemizzare, residua infine un dubbio: quanti Amministratori locali e loro Delegati sono in possesso - per ambiti tematici di particolare sensibilità - delle competenze culturali e credenziali professionali per poter assolvere ai compiti distintivi ricadenti nei ruoli assegnati ?
Allora punto e a capo davvero. Sì, ma chi comincia ? Forza e coraggio !
F.to: Giancarlo D’Alessandro, P.te Associazione Culturale Coe.So.
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