David Riondino |
SULMONA - Terza ed ultima giornata per il Sulmonacinema film festival.Domani la giornata finale con le premiziazioni.Alle ore 15.30 si svolgerà la conferenza stampa in cui verranno resi noti i nomi dei vincitori.Alle 18,00 la premiazione.David Riondino cantautore, attore, regista e scrittore italiano e presidente di giuria è stato presente alla proiezione dei tre i film in concorso quest'oggi."Questo di Sulmona è un bel festival e molto antico, sono stato invitato da Silvestri e sono venuto molto volentieri."ha detto Riondino."Ci siamo visti a Venezia e da li è nata l'idea di farmi partecipare a questa edizione del Sulmona cinema come presidente della Giuria"ha ricordato Riondino."Questa è una manifestazione che va seguita con attenzione"
"E' una radiografia del cinema italiano d'autore che non è di cassetta ma assolutamente di sperimentazione ed è giusto riflettere e meditare su questa cinematografia"ha spiegato Riondino.Transeuropae Hotel è uno dei tre film in programmazione, un film nella/sulla/per la musica con la Regia e Sceneggiatura Luigi Cinque.Un famoso percussionista brasiliano viene fatto sparire e trasferito per magia in una realtà parallela. Un quartetto di personaggi improbabili lo ritrova visionando immagini e viaggiando alla ricerca di un mago candomblè in grado di fornire la formula necessaria alla riapparizione. Il resto del gruppo rimane in attesa al Transeuropae Hotel e assume senza volerlo le valenze drammaturgiche di un Coro.
Luigi Cinque |
l'attrice del film Transeuropae Hotel la brasiliana Keuri Poiane |
Con cura abbiamo evitato, di certa fiction che la Sicilia e la tematica mafiosa utilizzano, le semplificazioni, gli stilemi, la ripetizione dei soliti stereotipi che generano ambigue mitologie e cloroformizzano le cose e la realtà. Il tentativo è stato quello di “scloroformizzare" le cose e la realtà.”Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.
Ultimo film in concorso "Zoran"di Matteo Oleotto.
“Nella mia terra, il centro nevralgico della sfera sociale è l’osteria, qui s’incrociano volti, notizie, esistenze, frustrazioni e passioni. Il palcoscenico dell’osteria scandisce le esistenze rallentate degli avventori, attori allo sbaraglio, che trovano il loro rifugio quotidiano, che spartiscono gioie e dolori con gli amici e col vino, interrogandosi sui dilemmi, e non trovando risposte.” “Ho cercato di accompagnare lo spettatore nei ritmi di vita del mio paese, d’incollarmi a quei personaggi che conosco bene, che si muovono piano e non hanno fretta. Ho scelto quindi di mantenere una macchina da presa regolare e statica, al totale servizio della storia. Ho ricercato una regia funzionale e attenta alle lentezze dei personaggi con una fotografia opaca e poco brillante. Ho lavorato per costruire una commedia rigorosa senza badare ai tempi classici del genere, cercando di prediligere le anime dei personaggi piuttosto che rinchiuderli in una gabbia di relazioni causa-effetto.”ha commentato
Matteo Oleotto