
SULMONA - Prima di pensare alle operazioni di marketing , bisognerebbe occuparsi di salvaguardare il patrimonio culturale. Il riferimento è all'Eremo di Sant'Onofrio, luogo caro a Celestino V il cui sentiero di accesso è ostruito al transito per pericolo frana da ormai due anni. Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del presidente dell'associazione Celestiniana, Giulio Mastrogiuseppe.
"Grazie ad una casuale occhiata all’Albo Pretorio del Comune di Sulmona, sono venuto a conoscenza del fatto che l’amministrazione, in data 11 giugno con delibera di Giunta n. 168 ha autorizzato la
spesa e la gara di appalto il cui oggetto recita: “Approvazione progetto definitivo Lavori di Insignistica Celestiniana”.
Al di là del comico refuso, per il quale apprendiamo che Celestino V abbia bisogno di un qualche intervento per essere ancora più “insigne” di quanto non sia già, nel testo della delibera si evince che l’iniziativa è stata voluta dall’attuale assessore all’Urbanistica e al Centro Storico (Gianni Cirillo ndr) e che il progetto di “insignistica” è stato redatto dall’Architetto Rena Saluppo. Senza voler entrare nel merito del progetto, di cui non conosciamo le caratteristiche, e sull’utilità di questa spesa, che rischia di fare idealmente il paio con quella sostenuta per la campagna di comunicazione in cui sono stati affissi in città manifesti raffiguranti l’Eremo (ancora chiuso, inutile ribadirlo) di Celestino, viene però spontaneo chiedersi secondo quale scala di priorità certe attività vengano programmate. È più utile, per l’immagine della città, mettere in giro manifesti e “insignistica” in cui il legame con Celestino viene dichiarato in maniera piuttosto superficiale, senza un criterio ed una visione d’insieme, oppure attivare politiche coerenti che si preoccupino di salvaguardare e rilanciare il patrimonio culturale cittadino? È così difficile pensare allo sbigottimento di un ipotetico visitatore che vede in giro belle (mi auguro) “insigne” e accattivanti brochure promozionali e poi trova sbarrato l’accesso all’area celestiniana, siti in abbandono e musei per lo più inaccessibili? Prima di pensare a improvvisate quanto controproducenti operazioni di valorizzazione o di “marketing”, non è il caso di pensare prima al prodotto turistico e culturale che, realmente, siamo in grado di proporre? Andando avanti in questa maniera l’immagine della città e dell’istituzione Comune non viene ulteriormente sminuita, esasperando cittadini già irritati dalle scelte spesso irrazionali di chi governa? Se è vero che il diavolo nasconde la sua coda nei dettagli, il caso della “inisignistica celestiniana” lo certifica in maniera emblematica".