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sabato 5 maggio 2012

OMICIDIO ULTRA', ARRESTATO PRESUNTO ASSASSINO

PESCARA - La squadra mobile di Pescara, diretta da Piefrancesco Muriana,
ha arrestato Massimo Ciarelli, il nomade di 29 anni che la sera del primo maggio avrebbe ucciso Domenico Rigante, 24 anni, ultra' biancazzurro.
Ciarelli, che sapeva di essere ricercato dalla polizia per l'omicidio dell'ultra' del Pescara Domenico Rigante, ha deciso di costituirsi ed e' stato fermato dalla squadra mobile in un autogrill dell'autostrada A14, direzione Sud. Ad accompagnarlo c'era il suo legale. Dopo essersi consegnato e' stato condotto
fuori dalla provincia di Pescara. Nei confronti del nomade 29enne era stato emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto dal pm Salvatore Campochiaro, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pescara.  Oggi l'operazione e' stata seguita in prima persona dal questore Paolo Passamonti e i particolari saranno resi noti domani, alle 12.00, nel corso di una conferenza stampa. Prima di morire Domenico Rigante, colpito con un colpo di pistola a un fianco, avrebbe rivelato che a sparagli sarebbe stato Ciarelli, volto noto delle forze dell'ordine e gia' arrestato negli anni scorsi per una sparatoria in via Mincio, a Montesilvano, scatenata dalle rivalita' per una bimba contesa. La sera prima dell'omicidio in piazza Grue, Ciarelli ha avuto una discussione col fratello gemello di Domenico Rigante, Antonio, e il primo maggio stava cercando lui per regolare i conti, ma Antonio e' riuscito a sfuggirgli nascondendosi.


IN MIGLIAIA OGGI AL FUNERALE DEL GIOVANE ULTRA'
Migliaia di persone hanno accompagnato il feretro di Domenico Rigante, l'ultra' di 24 anni ucciso a Pescara la sera del primo maggio, dallo stadio fino alla chiesa del Santissimo Crocifisso, dove si e' svolto il funerale. Dopo aver assistito al passaggio del carro funebre dentro lo stadio lo hanno seguito a piedi in strada e sono passati sotto l'abitazione del giovane, in via Monte Carmelo, prima di raggiungere la chiesa che e' riuscita ad accogliere sono una parte dei presenti.
Durante il corteo, cosi' come prima e dopo la cerimonia religiosa, i giovani tifosi hanno continuato a intonare cori per la vittima, "accompagnando" la bara con fumogeni e ripetuti applausi. Durante il rito funebre i genitori, la compagna, i fratelli e gli amici di Domenico hanno "vegliato" per tutto il tempo la bara, circondandola fisicamente. Sulla bara biancazzurra tante sciarpe di squadre diverse e la foto di Domenico, e fuori alla chiesa tantissimi fiori, anche questi bianchi e azzurri. La figlia di 4 mesi di Domenico Rigante era alla cerimonia, e per alcuni istanti la mamma Angela l'ha sistemata sulla bara. Il 17 giugno era previsto il battesimo della piccola.


A celebrare i funerali e' stato don Giuseppe Di Bartolomeo, che nell'omelia ha chiesto "il riposo eterno di Domenico, consolazione e speranza per i suoi familiari" e di "mantenere il ricordo" del giovane. Una richiesta a Dio che "sara' esaudita" perche' il Vangelo, ha ricordato don Giuseppe, dice "Io vado al Padre e qualunque cosa chiederete nel mio nome la fara'". Il parroco, che qualche giorno fa aveva concordato con Domenico Rigante la data del battesimo della sua bimba, ha sottolineato la "violenza fisica" con cui e' stata tolta la vita a Domenico. "Si e' trovato solo davanti alla realta' della morte - ha detto - ma oggi non e' solo. Siamo in tanti, tantissimi, oggi", e se "noi lo saluteramo tra poco e porteremo il suo ricordo, c'e' qualcuno che lo accompagnera' per sempre. Gesu' lo accogliera'". Durante l'omelia don Giuseppe ha chiesto di osservare un minuto di silenzio assoluto per Domenico. Al termine della cerimonia ha parlato la zia del 24enne che ha ricordato la nascita di Domenico e del fratello gemello, Antonio, l'infanzia nel quartiere, i suoi tanti amici, e ha sottolineato che ora era "quasi un pantofolaio, con la paternita'". 

CENTROABRUZZONEWS

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