SULMONA- "Le istituzioni non stanno a guardare, ma sta ai giovani la capacità di ricostruire e aiutarci a ricostruire l'Italia". E' quanto ha affermato, nel tardo pomeriggio di oggi a palazzo dell'Annunziata a Sulmona, il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, intervenuta in occasione dei "150 anni di giovani ribelli", convegno organizzato dai ragazzi dell'associzione Città viva, nell'ambito di Giovani Prospettive aspettando la seconda notte bianca, i quali le hanno consegnato una targa ricordo: "Al Ministro Amico". Gli insegnamenti insiti nei 150 anni dell'Unità d'Italia, quale quello del ruolo determinante dei giovanissimi e il concetto che "i risultati che consegnamo dipendono da noi", la considerazione che l'Italia dice di avere dei giovani, ma che non trova riscontro della realtà, la ribellione intesa non come distruzione, ma come reazione finalizzata alla costruzione di un futuro "mettendoci la faccia" per cambiare le situazioni e, dulcis in fundo, il tema della meritocrazia sono
gli argomenti toccati dall'onorevole Meloni, strappando facilmente applausi alla platea.

"L'Italia non lascia spazi al merito" ha detto "Noi stiamo tentando di costruire la società del merito" ha spiegato il Ministro del Governo Berlusconi. Ad aprire i lavori il sindaco Fabio Federico e il presidente della Provincia Antonio Del Corvo. A presentare la manifestazione, "nata per rabbia e gioia insieme" il presidente dell'associzione Antonio Santacroce. Tra il pubblico, oltre ai politici di casa nostra, il vescovo di Sulmona Valva mons Angelo Spina, convinto che "si sente sempre parlare dei giovani, io sono venuto per sentire parlare i giovani". Nella conferenza moderata dal giornalista Ennio Bellucci l'eposizione dell'economia abruzzese da parte di Aldo Ronci, la figura di Panfilo Serafini tracciata dallo studioso Ezio Mattiocco e il personaggio di Gabriele D'Annunzio spiegato dall'architetto Raffaele Giannantonio. G.S.
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