Il tracciato dell’opera attraversa per 106 chilometri le aree interne dell’Abruzzo, tutte ad elevato rischio sismico, e si configura non solo come un’opera inutile per l’Italia ma anche dannosa per l’ambiente e l’economia locale nonché pericolosa per la sicurezza delle comunità.
I lavori della centrale, che a nostro avviso presentano delle criticità anche da un punto di vista legale come denunciato dai comitati No SNAM, hanno già provocato uno scempio ambientale ed archeologico. Le sostanze nocive che saranno emesse dalla centrale inquineranno l’aria della Valle Peligna peggiorando la qualità della vita dei cittadini.
L’interramento del gasdotto, nella sola Valle Peligna, causerà la sottrazione o forte limitazione di almeno ottanta ettari di terreno agricolo. Le proprietà vicine al gasdotto subiranno una consistente svalutazione economica. Le attuali distanze di sicurezza, in caso di esplosioni, non garantiscono l’incolumità pubblica. Nessun beneficio arriverà dall’opera. Anche sul piano occupazionale la ricaduta è pressoché nulla perché la centrale e il metanodotto vengono realizzati con manodopera esterna altamente specializzata.
Oltre al danno anche la beffa perché l’intera opera, del costo di 2 miliardi e 500 milioni di euro, verrà pagata per i prossimi 50 anni attraverso l’aumento della bolletta energetica dei cittadini italiani.
La risoluzione chiede al governo nazionale: 1) di affidare alle Regioni la scelta delle aree idonee per le infrastrutture metanifere, così come già avviene per le fonti rinnovabili; 2) di sottoporre il progetto ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, aggiornata rispetto a quella vecchia di oltre 14 anni; 3) di condurre una valutazione costi/benefici da parte di un ente terzo; 4) di approvare una nuova normativa sulle distanze di sicurezza, oggi del tutto inadeguate a garantire l’incolumità dei cittadini; 5) di apporre il vincolo culturale sull’area di Case Pente a Sulmona dove gli scavi per la centrale hanno portato alla luce reperti di grande valore storico e archeologico.
Alleanza Verdi e Sinistra è convinta della giustezza della battaglia portata avanti da oltre 17 anni dai comitati No SNAM e ribadisce che questa è una delle priorità politiche ed ambientali più qualificanti per la difesa del territorio della Valle Peligna. Oggi è il momento dell’amore e del coraggio per la propria terra: ci aspettiamo che le rappresentanti della Valle Peligna facciano sentire la loro voce, tutelando il territorio da un progetto obsoleto, imposto e pericoloso".
Alleanza Verdi e Sinistra - Sulmona
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