Non si perse tempo.
Il preposto decise istintivamente di capire cosa stesse succedendo ed insieme ad un detenuto intervenne affinché si ponesse la parola fine a quel martirio.
La situazione che si presentò agli occhi dei due fu davvero raccapricciante.
Un micino bianco e nero, con degli splendidi occhi blu, si dimenava nel metallo infuocato di una grondaia alla ricerca disperata di aiuto e per di più in mezzo ai corpi esanimi dei suoi fratellini.
Non si capisce bene se la mamma li avesse abbandonati o, nella peggiore delle ipotesi, fosse morta.
Fatto sta che il gattino si presentò in una condizione davvero pietosa.
Che fosse ancora in vita rappresentava già di per sé davvero un miracolo.
Ma il vero miracolo, quello della simbiosi umana, doveva ancora compiersi.
Il preposto e il detenuto dopo averlo raccolto, con innata delicatezza e straordinaria sensibilità lo portarono in un luogo più sicuro.
Li venne preso in consegna da un altro detenuto e con commovente delicatezza fu dallo stesso subito rifocillato e alimentato.
I giorni che seguirono al ritrovamento videro il materializzarsi di una vera e propria gara di beneficienza.
Poliziotti intenti a comprare latte, altri alla ricerca di biberon per farglielo bere con più facilità e alcuni detenuti, invece, che provvedevano all'alimentazione del minuto animaletto, rappresentò per molti giorni la scena più bella che un luogo così sociologicamente impostato è stato mai in grado di offrire.
Dopo che fu rimesso in forza ecco presentarsi al cospetto del gattino Alessandra, un Sovrintendente di polizia penitenziaria prestata all'ufficio comando del carcere.
Se il miracolo per "Lillo", così venne ribattezzato il gattino, si è compiuto nella sua interezza lo si deve proprio ad Alessandra.
Colei la quale, cioè, non solo contribuì in maniera determinante al suo recupero ma anche e soprattutto quella persona che riuscì finanche ad adottarselo relegandolo a componente della famiglia.
Lillo da quel momento entrò in pianta stabile nella sua vita.
Trattato meglio di un figlio
ora vive rinsavito, come meglio non poteva essere, in casa della poliziotta.
Da piccolo e morente qual era si ritrova oggi ad essere non solo splendido esempio di maschio di gatto di otto mesi ma modello di quella che sta diventando sempre più merce rara nel difficile mondo che ci circonda ma che stranamente la si ritrova nel posto dove meno te l'aspetti qual è il carcere: LA SOLIDARIETÀ UMANA!
D'altronde il carcere di Sulmona, così come la storia ci ha insegnato è anche questo... soprattutto questo!"
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