Il messaggio che il sindaco Federico, l'assessore Cirillo e i membri di maggioranza hanno voluto inviare alla città e soprattutto alla Snam, è chiaro : a decidere tempi, modi e contenuti siamo noi e solo noi.
Siamo all'arroganza del potere allo stato puro: alla logica che soccombe alla forza dei numeri, alla subordinazione dell'interesse generale ad una pregiudiziale scelta di parte.
Del resto, quello che è avvenuto in Comune il 30 dicembre, è il degno epilogo di una vicenda che negli ultimi mesi è stata costellata da una serie incredibile di "anomalie" : la lettera ministeriale che impiega 40 giorni per passare dal settore urbanistico al presidente del Consiglio Comunale e solo dopo la segnalazione dei Comitati; una tardiva ed inutile lettera di "chiarimenti" indirizzata alla Snam; incontri ravvicinati del terzo tipo tra esponenti dell'amministrazione comunale e rappresentanti della Snam; il Consiglio Comunale del 7 dicembre che salta; la commissione territorio che, sulla proposta della minoranza, per un intero mese non viene convocata, mentre è sollecitamente convocata da Capparuccia appena spunta fuori la proposta di delibera di giunta.Per quest'ultima, che arriva dopo ben 90 giorni, sarebbe bastato solo un giorno per scriverla! Ed infine, la ciliegia sulla torta: la bocciatura della delibera.
I fatti che hanno preceduto il consiglio del 30 dicembre scorso, sono gli estremi per i quali siamo stati costretti a ricorrere alla Magistratura, alla quale si è chiesto che indaghi e faccia piena luce su tutti gli aspetti della vicenda.
Ponendo a confronto la proposta della minoranza (del 22 novembre), che è stata bocciata, e quella della giunta (del 23 dicembre), quest'ultima è di una genericità e di una ambiguità a dir poco disarmante!
L'unico punto chiaro è quello relativo all'incompatibilità urbanistica della centrale. Nulla invece viene detto su altri vincoli o interferenze di natura ambientale e paesaggistica. Non c'è nulla sui danni che la centrale provocherebbe alla salute dei cittadini e all'economia locale. Nulla sul rischio sismico. Nulla sullo sdoppiamento anomalo delle procedure attuato dal Ministero dello Sviluppo Economico, per cui si rischia di avere la centrale a Sulmona e il metanodotto da un'altra parte. Sul metanodotto, addirittura, si torna indietro: mentre in due precedenti delibere ne è stata attestata chiaramente l'incompatibilità anche sotto l'aspetto urbanistico, ora si arriva ad affermare che "non necessita di compatibilità urbanistica". Delle quattro delibere votate in precedenza dal Consiglio Comunale ne viene citata solo una: quella del 23/2/09, guarda caso proprio quella in cui si parla di "misure di compensazione" per la centrale.
Ora è chiaro perchè la maggioranza vuole che venga approvata una delibera così concepita.
Il 2 gennaio, alle ore 15, ci sarà la commissione territorio. Ci saranno anche i Comitati, che ribadiranno il loro diritto di essere ascoltati. La richiesta di audizione è stata inviata al presidente Capparuccia il 6 dicembre, ma è rimasta finora senza risposta, concludono i comitati per l'ambiente".