MATERA - “Il calo di presenze lungo la costa ionica metapontina nel pieno della stagione estiva 2025 sta preoccupando il settore balneare, con riduzioni che in alcune località arrivano al 25%: il tutto si riversa come al solito sul lato occupazionale con meno dipendenti da poter sostenere. Gli stabilimenti, storicamente punto di riferimento per le vacanze nel mar ionio, vedono un afflusso minore soprattutto nei giorni feriali, mentre nei weekend si registrano dati più stabili. A incidere non sarebbe soltanto il cosiddetto ‘caro ombrellone’, ma un insieme di fattori che vanno dall’aumento generale del costo della vita ai cambiamenti delle abitudini turistiche”. Secondo Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, “siamo nel periodo più turistico dell’anno, ma non c’è gente. L’Ugl Matera sottolinea che l’elevato e il lievitato costo dei prodotti di consumo riduce la capacità di spesa, spingendo i clienti a spendere meno anche per cibo e bevande. Nel 2025 le tariffe sono aumentate mediamente del 5% rispetto al 2024, con incrementi superiori all’inflazione in diverse zone. Nei paesi balneari della provincia di Matera della fascia ionica metapontina, la clientela di ceto medio ha ridotto le ferie a pochi giorni o a uno-due weekend, spesso rinunciando alle vacanze con i nonni a giugno. L’impressione generale è che il 2025 stia segnando un cambio strutturale nel turismo balneare: meno villeggiature lunghe, più vacanze brevi e low cost, maggior peso del turismo estero di fascia alta e concorrenza crescente di montagna e agriturismo. Il caro ombrellone è solo il simbolo visibile di una trasformazione più profonda che, se non affrontata, potrebbe ridisegnare l’estate italiana nei prossimi anni. Andare al mare, ormai, costa troppo. E così le spiagge si svuotano mancano i turisti. Il fenomeno riguarda tutta la costa ionica. I rincari di autostrada, carburante e parcheggi scoraggiano gli spostamenti, mentre anche il settore ricettivo soffre. Bed and breakfast e alloggi hanno registrato una flessione: si stima che il 30% delle strutture sia rimasto vuoto. Non è una fuga verso altre mete, semplicemente la gente non si muove. La fotografia che emerge è quella di un’estate sottotono, dove il mare resta lì, ma la voglia – e la possibilità economica – di raggiungerlo sembra sempre più lontana: per l’Ugl l'aumento dei costi per lettini e ombrelloni causa sempre più polemiche. La situazione economica del paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera? La soluzione? Abbassare i prezzi. Un pensiero condiviso da molti ma che scritto da un sindacalista sicuramente assume una risonanza maggiore. C'è ancora metà agosto davanti – conclude Giordano con la speranza che la soluzione migliore per bagnanti e imprenditori si possa trovare e salvare ancora quel poco di occupazione rimasta”.
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