Altro punto sviscerato da Gratteri, e per il quale si dice totalmente d'accordo Nardella, va a riguardare la questione dei tossicodipendenti.
Qui il problema è di natura regionale atteso che la tematica sanitaria è notoriamente di pertinenza dei governi territoriali.
Rapportarsi con le ASP rende tutto molto più difficile ed ecco che il riportarsi alle Comunità terapeutiche diventa quasi un'impresa.
Per quanto attiene la questione telefonini, Gratteri c'ha tenuto ancora una volta ad osservare che per risolvere molto agevolmente questo pericoloso problema, visto che dal carcere con i telefonini si può continuare a delinquere gestendo estorsioni e, Nardella aggiunge, finanche possibili omicidi e/o evasioni, basterebbe implementare sui tetti degli istituti di pena i famosi disturbatori di frequenza denominati Jammer. Per lo meno iniziando dagli istituti più grandi quali quelli di Roma, Milano, Napoli e, Nardella aggiunge, su tutti quelli che come L'Aquila, Sulmona e molti altri ospitano detenuti di elevato spessore criminale.
Ironico è stato Gratteri quando ha raccontato del momento in cui l'allora capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Basentini, alla proposta avanzata dallo stesso ex procuratore di Catanzaro, si è sentito rispondere che questo espediente non poteva essere cavalcato poiché era pericoloso per la salute.
A nulla è valsa la risposta data da Gratteri quando allo stesso Basentini gli aveva detto che lui, Gratteri, ci conviveva da una vita con un Jammer posto a 7 metri di distanza dalla sua persona. Ergo...."
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