SULMONA - "Non è vero che il governo Meloni non ha a cuore il nostro territorio. Infatti, ha deciso di investirvi ben 180 milioni di euro del Pnrr. Peccato, però, che questa montagna di soldi sia destinata ad un’opera inutile, dannosa e pericolosa qual’é la centrale Snam. Il fatto, di per sé sorprendente, lo è ancora di più se si pensa che sulla questione Snam i candidati a Sindaco di Sulmona, e le forze politiche che li sostengono, osservano un religioso silenzio.Abbiamo cercato, non nei programmi che non esistono ancora, ma nelle dichiarazioni degli aspiranti allo scranno più alto di Palazzo San Francesco e vi troviamo di tutto, ma del crimine economico rappresentato dallo sperpero dei 180 milioni e dello scempio ambientale, paesaggistico e archeologico che si sta consumando in quel di Case Pente non v’è traccia. Come le proverbiali tre scimmiette essi non vedono, non sentono e non parlano. Eppure, ne siamo certi, in questa campagna elettorale il tema del declino economico e sociale del nostro territorio e della sua inesorabile condanna all’ulteriore spopolamento sarà tra quelli più evocati. Verrà citato lo studio elaborato dal compianto Aldo Ronci che aveva previsto, sulla base dei dati Istat, che nel 2041 la popolazione di Sulmona sarà ridotta a soli 16.000 abitanti se non si farà nulla per invertire la tendenza in atto. Sulmona, insomma, diventerà nient’altro che un paesone, senza arte né parte. Altro che richiamare i cervelli in fuga.
C’è perfino chi si augura che la nostra città diventi una dépendance di quella “filiera istituzionale” i cui ineffabili rappresentanti, in verità, dovrebbero sedere su banco degli accusati. Chi ha aperto le porte alla Snam se non Marsilio? Chi ha autorizzato la distruzione della nostra storia risalente a 4200 anni fa se non l’attuale Ministero della Cultura? Chi, come le “tre Grazie” che siedono all’Emiciclo regionale, non ha finora dato segni di vita?
Per la verità, dell’attuale classe politica ognuno ha un pezzo di responsabilità, ma affidarsi a chi più di ogni altro ha voluto che la nostra diventasse un’ “area di sacrificio”, a tutto vantaggio dei profitti delle multinazionali del fossile, richiama da vicino la sindrome di Stoccolma.
Si pensi per un attimo a quello che si sarebbe potuto fare se i 180 milioni di euro, anziché finire nelle casse della Snam, fossero stati utilizzati per risollevare le sorti del nostro territorio. Per difendere ciò che resta del nostro tessuto industriale e per creare nuovi posti di lavoro nel settore; per sostenere l’artigianato e l’agricoltura di qualità; per dare ai cittadini una sanità degna di un Paese civile; per tutelare e riqualificare l’ambiente; per valorizzare i nostri beni culturali anziché distruggerli; per mettere in sicurezza dal rischio sismico edifici e strutture; per sviluppare le fonti energetiche pulite e rinnovabili e le comunità energetiche; per spingere al massimo la raccolta differenziata ed eliminare, di fatto, l’obbrobriosa discarica di Noce Mattei.
Un filosofo francese del ‘500, Etienne de La Boétie, autore di un piccolo libro intitolato “Discorso sulla servitù volontaria”, ha lasciato scritto: “Il tiranno è tale perché il popolo gli consegna la sua libertà e gli obbedisce”. Prima di mettere la nostra scheda nell’urna sarà bene ricordarcelo". Mario Pizzola
(Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile – Sulmona)
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